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Tim: legalità e governance rispettate. Ma da Vivendi nuove accuse a Elliott

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Il consiglio Telecom, a maggioranza Elliott, si difende dalle accuse di Vivendi. Le valutazioni del board sulla richiesta del socio francese, che ha chiesto la revoca e la sostituzione di cinque consiglieri nominati dalla lista del fondo Usa, tra cui il presidente Fulvio Conti, è a disposizione di tutti sul sito. «Il board di Tim - si legge nelle valutazioni - intende ribadire e far constare che la società ha operato e opera nel pieno rispetto della legalità e delle regole di governance, e con ciò rivendicare la correttezza e piena legittimità (formale e sostanziale) delle condotte aziendali».

Il consiglio – evidentemente a maggioranza, visto che la minoranza degli amministratori Vivendi è in contrapposizione – rivendica quindi la «correttezza» della propria condotta. Giustifica il supposto ritardo con cui ha convocato l'assemblea – il 29 marzo in sede unica, anticipando l'assemblea per l'approvazione del bilancio – con la necessità di acquisire tre pareri sulla richiesta di Vivendi che riguardava anche la nomina dei revisori.

Ma di fatto si concentra a giustificare l'impairment test in corso d'esercizio – con conseguente svalutazione degli avviamenti per 2 miliardi – attribuendone la colpa all'ex ad israeliano che, pur in presenza di segnali di scostamento dell'andamento del business rispetto al budget, non aveva proposto correzioni di rotta utili a evitare la svalutazione degli attivi che alla fine – nella tesi della maggioranza consiliare espressa da Elliott – aveva causato il venir meno della fiducia nei confronti dell'ad in carica e la sua sostituzione con il nuovo ad Luigi Gubitosi.

All’indomani del board che non ha soddisfatto le richieste di assemblea entro metà febbraio, torna però all’attacco il socio francese. «Le strategie volte a perdere tempo in Tim - ha sottolineato Vivendi - stanno peggiorando i risultati finanziari, portando a sempre maggiori perdite per la società e a conseguenze negative sul titolo, che ha registrato un diminuzione del 41% dal 4 di maggio».

«Gli interessi di Elliott - ha proseguito il portavoce di Vivendi - non sono allineati con quelli degli altri azionisti, dal momento che il fondo ha molti vantaggi da un basso prezzo del titolo: possono attribuire i risultati deludenti al precedente management; a partire da febbraio potranno chiudere il collar che li protegge dal calo delle azioni di Tim; possono incrementare la propria quota in Tim senza aumentare la propria esposizione finanziaria: il collar genererà un ritorno per acquistare ulteriori azioni di Tim, mantenendo al contempo le azioni che hanno già».

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