Delta Air Lines è disponibile a entrare nel capitale di Alitalia insieme al gruppo Air France-Klm con una quota del 40 per cento. È la novità che potrebbe segnare una svolta nelle trattative condotte dalle Ferrovie dello Stato per la ricerca di un partner industriale nel progetto di salvataggio della compagnia.
Delta e Air France-Klm, secondo fonti autorevoli, hanno espresso una disponibilità a investire con una quota del 20% ciascuna nella «newco» Alitalia, durante gli incontri con la delegazione di Fs, la scorsa settimana ad Atlanta. Al tavolo c’erano anche due uomini di Air France-Klm. L’obiettivo di Delta è difendere la posizione di vantaggio nei voli sul Nord Atlantico, all’interno della joint venture con Air France, Klm e Alitalia, ed evitare un rafforzamento di Lufthansa, che ha presentato un’offerta alternativa per Alitalia.Per questo Delta avrebbe sollecitato l’intervento di Air France-Klm (di cui ha il 10%), da poco guidata da un a.d. canadese, Benjamin Smith. «Con Alitalia sta discutendo Delta, noi stiamo attenti ma non facciamo parte della discussione», ha detto ieri Jerome Salemi, direttore generale di Air France per l’area Est del Mediterraneo. Sarebbe soprattutto l’olandese Klm a spingere per l’ingresso in Alitalia.
La newco Alitalia dovrebbe avere circa un miliardo di capitale fresco. Oltre al 40% dei due vettori esteri, gli altri soci sarebbero Fs con una quota di minoranza, l’a.d. Gianfranco Battisti non vuole più del 25-30% e pone la condizione di non intaccare gli investimenti ferroviari, il ministero dell’Economia che potrebbe convertire parte del prestito statale nel 15%, il residuo 10-15% verrebbe coperto da una o due altre società pubbliche: si ipotizza un coinvolgimento di Cdp non diretto, attraverso un veicolo partecipato o in altra forma. Non si esclude l’ipotesi Poste, però la società ha smentito.
Delta ha presentato un piano industriale che prevede una nuova Alitalia solo un po’ più piccola dell’attuale compagnia commissariata, con tutte le attività: volo, manutenzione, handling.
La compagnia avrebbe 110 aerei (adesso sono 118), ci sarebbe una riduzione di uno-due jet di lungo raggio (da 26) e dei regional jet più piccoli. Verrebbero impiegati tra i 9mila e i 10mila lavoratori. Ci sarebbero quindi dai 2mila ai 3mila esuberi rispetto all’organico al 30 settembre di 11.917 dipendenti, dei quali 1.360 sono in cig.
In parallelo le Fs esaminano anche anche le altre due proposte, di easyJet e Lufthansa. La low cost ha proposto di prendere le attività su Milano Linate e circa 30 aerei di medio raggio. Sarebbe uno spezzatino sul modello di Air Berlin. Ormai questa proposta è poco attraente.
Lufthansa, almeno fino a pochi giorni fa, aveva tenuto fermo il progetto originario di acquisizione di poco più di metà dell’attuale Alitalia, con 70 aerei e metà della flotta di lungo raggio, assorbimento diretto di 5mila dipendenti di volo e impiego di ulteriori mille in altre attività del gruppo Lufthansa. Resterebbero esclusi quasi 6mila lavoratori dell’handling, manutenzione, uffici centrali. Lufthansa vuole almeno il 51% (ma prenderebbe anche il 100% da sola), non vuole il Mef, accetta le Fs come socio di minoranza.
Dopo quello di lunedì scorso, ieri c’è stato un nuovo incontro con Lufthansa a Francoforte degli uomini delle Fs, con gli advisor Mediobanca, McKinsey e Oliver Wyman. Il quadro non sarebbe sostanzialmente cambiato. Un nuovo incontro a Francoforte è previsto lunedì.
Delta sembra in vantaggio, anche presso il ministero dello Sviluppo economico. Il cda Fs dovrebbe riunirsi il 23 gennaio e il 29 gennaio per scegliere il partner con il quale fare la trattativa in esclusiva e deliberare una proroga di un mese dell’offerta presentata ai commissari Alitalia, che scade il 31 gennaio.
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