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Agcom boccia la separazione della rete Telecom: «Non cambia il quadro»

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Agcom “boccia” il progetto di separazione volontaria della rete Telecom in una società ad hoc, presentato a marzo dello scorso anno dalla compagnia allora guidata dal manager israeliano Amos Genish. L'Autorità delle comunicazioni «ritiene che non vi siano impatti del progetto di separazione di Telecom Italia sulla definizione del mercato rilevante - sia a livello merceologico sia a livello geografico - nonché sulla posizione di significativo potere di mercato della società Tim», si legge nel documento di 454 pagine pubblicato sul sito dell'Agcom. Che prosegue: «Analogamente, l'Autorità ritiene che il progetto di separazione di Tim non abbia impatti sulla definizione del mercato rilevante - mercelogica e geografica - dei servizi di accesso all'ingrosso di alta qualità in postazione fissa, e sulla relativa determinazione del significativo potere di mercato».

In sostanza, l'Autorità presieduta da Angelo Marcello Cardani è arrivata alle stesse conclusioni del 2013, quando il processo di scorporo della rete era stato accantonato. Nessun “dividendo” regolamentare è possibile a fronte di un processo che comporta comunque per l'incumbent sforzi organizzativi e costi di implementazione, tanto più che - nota l'Agcom nel provvedimento - spaccare il gruppo in due società - una società della rete e una dei servizi, entrambe di proprietà Tim - significa che «Tim - nel suo insieme, come gruppo - mantiene l'incentivo e la capacità di favorire le sue società, attive sia nei mercati all'ingrosso sia nei mercati al dettaglio di accesso alla rete fissa».

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