Si fa sempre più concreta l’ipotesi di una nuova tornata di finanziamenti agevolati per il settore bancario (Tltro). Lo ha fatto capire esplicitamente l’esponente del direttivo Bce Benoit Coeuré. Parlando a New York il banchiere centrale ha dichiarato che un nuovo piano è possibile purché l’operazione non si riveli un semplice regalo alle banche ma contribuisca a favorire il raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria della Bce. Si tratta del pronunciamento più esplicito in questo senso da parte di un esponente della Bce. Sebbene da tempo si parli di questa eventualità, nell’ultimo direttivo il presidente Mario Draghi non si era esposto particolarmente dicendo solo che il tema era stato oggetto di discussione.
Cosa sono le (T)Ltro
Fin dalla sua nascita la Bce si è dotata dello strumento dei finanziamenti agevolati alle banche, che serve a garantire
la liquidità necessaria in caso di stress. Fino al 2009 però queste operazioni sono sempre state della durata massima di tre
mesi. Con la crisi si è deciso di estenderne la durata portandola fino a 3-4 anni.
In questi anni la Bce ha fatto varie tornate di operazioni di rifinanziamento. Le prime (dette Ltro) non prevedevano condizioni stringenti e molte banche, soprattutto italiane e spagnole, utilizzarono le risorse per comprare titoli di Stato contribuendo così al calo degli spread. Una formula diversa si usò con le cosiddette “Tltro” del 2014 e del 2016 che vincolavano l’erogazione del finanziamento all’impiego di queste risorse per prestiti a famiglie e imprese.
Banche pagate per fare prestiti
Questi finanziamenti furono erogati al tasso di deposito che, essendo negativo per lo 0,4%, di fatto significò farsi pagare
dalla Bce per fare prestiti all’economia. Per un Paese come l’Italia, finito nella morsa del “credit crunch”, lo strumento
delle Tltro si rivelò particolarmente efficace nel riattivare il canale del credito e favorire la ripresa dell’economia. Oggi
circa 250 dei 727 miliardi di finanziamenti in essere sono parcheggiati presso le banche italiane, che sono quelle che ne
hanno usufruito di più.
Il nodo delle scadenze
La prima scadenza per il rimborso di questi prestiti è fissata a giugno 2020. Il problema è che già un anno prima (dunque
a giugno 2019) le banche non potranno più includere il 50% di questi finanziamenti in un particolare parametro dei loro bilanci
(non obbligatorio) che misura la liquidità di lungo periodo: si tratta del cosiddetto «Net stable funding ratio». Per evitare
che già dal giugno 2019 le banche di tutta Europa vedano questo coefficiente di stabilità erodersi, dovranno emettere nuove
obbligazioni nei primi mesi del 2019 per rimpiazzare la parte di Tltro che uscirà dal parametro.
In parte lo stanno già facendo ma in prospettiva è chiaro che l’ipotesi di un rinnovo del piano possa allentare di molto la pressione sugli istituti bancari. Per questo sono in molti a credere che la prossima mossa della Bce sia quella di rinnovare lo strumento.
L’impatto sui mercati
Le parole di Coeuré hanno avuto un impatto positivo. Sia sul settore bancario in Borsa. Sia sui BTp che in mattinata aveva sofferto le ultime dichiarazioni
responsabile economico della Lega, Claudio Borghi: «Se a seguito di queste elezioni ci saranno i soliti “mandarini” guidati dalla Germania a guidare le politiche economiche,
sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne (dall’euro e dalla Ue ndr.). O riusciamo
a cambiarla o dovremo uscirne».
Il rinnovo dei piani di finanziamenti agevolati al settore bancario Ltro e Tltro sono potenzialmente in grado di attenuare la tensione sul rischio sovrano. Il 43% dei gestori obbligazionari intervistati da Bank of America Merrill Lynch si è detto convinto che la misura potrebbe avere un impatto positivo sugli spread dei Paesi periferici. Per il 24% invece l’impatto di un nuovo piano di finanziamenti agevolati alle banche è stato già scontato dai mercati mentre una quota del 9% si dice che convinta che porterà ad un aumento degli spread dei titoli periferici. Ad eccezione dei BTp, destinati comunque ad essere favoriti da una misura del genere.
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