Cdp sale dal 4,93% al 5,03% in Telecom, con acquisti effettuati in Borsa nei giorni scorsi dopo essere stata autorizzata dal consiglio ad aumentare la quota fino ad arrivare al possibile raddoppio del 10%, autorizzazione del cda valida nell'arco di 12 mesi. Fino alla serata di martedì la variazione non era ancora stata recepita dalle comunicazioni Consob, dove con quote rilevanti compaiono Vivendi, primo azionista col 23,94% del capitale ordinario, il fondo attivista Elliott col 9,5% e il fondo pensione canadese Canada pension plan investment board con il 3,13%.
Prima di muoversi con più decisione su Telecom, a quanto risulta, Cdp ha però intenzione di aspettare i dettagli del piano industriale messo a punto dal nuovo ad Luigi Gubitosi che lo sottoporrà all'esame del consiglio giovedì e che illustrerà agli analisti venerdì in conference call per poi portarlo in road show sulle principali piazze finanziarie internazionali nelle prossime settimane. Il piano non conterrebbe comunque, per ora, previsioni di operazioni straordinarie intorno alla rete, né lo scorporo dell'infrastruttura, né lo scorporo “all'inverso”, con la separazione dei servizi dal resto delle attività. D'altronde sono in corso solo da pochi giorni contatti con Open Fiber per vagliare possibili forme di collaborazione che nell'immediato potrebbero portare ad accordi di condivisione.
Non ancora l'unificazione delle reti auspicata sia dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio sia dalla Cdp, che è anche azionista di Open Fiber, ma un primo passo in quella direzione. Un'operazione di più ampio respiro presupporrebbe del resto una stabilizzazione della situazione di azionariato e governance di Telecom e un'unità d'intenti tra i due azionisti paritetici di Open Fiber, Cdp e Enel, che partono da posizioni differenti. Giovedì in consiglio, oltre al piano, ci sarà anche l'esame dei conti 2018. Secondo il consensus degli analisti i ricavi dovrebbero attestarsi intorno a 19,2 miiardi. L'Ebitda consolidato è già stato indicato dall'azienda in calo intorno a 8,1 miliardi, mentre l'Ebitda sul mercato domestico è visto in calo del 6% a 6,65 miliardi. L'indebitamento finanziario netto, infine, è visto stabile a 25,2 miliardi.
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