Il piano presentato al consiglio Telecom dall'ad Luigi Gubitosi è stato approvato, a quanto si apprende, con due sole astensioni,
quella del ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, e dell'ex ad, Amos Genish. Il piatto forte, in termini di novità concrete
già su tavolo, è l'annunciato avvio di trattative con Vodafone per mettere a fattor comune le rispettive reti mobili e fare
di Inwit il leader assoluto in Italia con 22mila torri, in prospettiva – se il negoziato si concluderà positivamente – con
un controllo congiunto dei due gruppi della società quotata. Sulla rete fissa il tavolo di confronto con Open Fiber è finalizzato
a esplorare tutte le opzioni «inclusa – dice il comunicato – una completa combinazione societaria».
Sul debito l'obiettivo di piano è di ridurre l'indebitamento finanziario netto dagli attuali 25 miliardi a 22 miliardi nel
2021. Previsti tagli di costi dell'ordine dell'8% «sulla base aggredibile». Quanto al bilancio 2018, i ricavi “organici” consolidati
si sono attestati a 19,2 miliardi, sostanzialmente stabili. L'Ebitda “organico” di gruppo è confermato in 8,1 miliardi, come
da profit warning di gennaio. Il risultato netto è in perdita di 1,4 miliardi dopo le svalutazioni. L'indebitamento finanziario
netto risulta sostanzialmente stabile a 25,3 miliardi.
All'assemblea del 29 marzo che, oltre al bilancio dovrà votare anche sulla revoca di cinque consiglieri in quota Elliott chiesta
da Vivendi, sarà proposta la distribuzione del dividendo per le sole azioni di risparmio, a 2,75 centesimi per azione.
Telecom, intanto, muove sulla rete mobile e lascia tutte le opzioni aperte sulla rete fissa, per la quale sono in corso contati serrati con Open Fiber. Sul mobile, come anticipato da Il Sole-24Ore, è stata annunciata ieri la firma di un memorandum of understanding con Vodafone per lo sviluppo della rete in una partnership di condivisione delle rispettive infrastrutture che ricomprende anche la possibilità di mettere assieme le 11mila torri detenute da ciascuna parte, facendo di Inwit, la società quotata oggi controllata al 60% da Telecom, il leader assoluto delle torri di tlc in Italia con 22mila torri. Non caso, Inwit è balzata in Borsa nel finale di seduta con un rialzo del 3,47% a 7,15 euro. «La potenziale aggregazione - spiega il comunicato congiunto - sarebbe strutturata in modo tale da attribuire a Vodafone e Tim la stessa partecipazione nel capitale e pari diritti di governance in Inwit, oltre che consentire alle parti di non dover lanciare un'offerta pubblica di acquisto sulle azioni di Inwit».
Sulla rete fissa, invece, è già stato avviato un tavolo con Open Fiber, joint Cdp-Enel per la rete in fibra, che analogamente potrebbe portare a unificare le due infrastrutture. Fermo restando che «tutte le opzioni sono aperte» - come ha detto alla vigilia l'ad Tim, Luigi Gubitosi, al «Financial Times» - il controllo della rete fissa è un punto delicato ancora da affrontare. «Mi devi convincere perchè sia meglio non averla (la rete, ndr) - ha spiegato Gubitosi al FT - Cosa ci guadagno io, cosa ci guadagnano i miei azionisti».
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