È pronta a partire la piattaforma BlinkS , primo digital marketplace per lo scambio di crediti deteriorati, sia Npl sia Utp. BlinkS punta a far crescere la liquidità e la trasparenza e a massimizzare i benefici economici degli stakeholder coinvolti. BlinkS è una iniziativa innovativa nel campo del Proptech, che nasce dal gruppo Prelios. «Si tratta di una piattaforma totalmente indipendente - spiega Riccardo Serrini, amministratore delegato di Prelios -. Servirà a rendere liquidi gli asset mettendo in contatto compratori e venditori alla luce di una maggiore trasparenza. È il primo caso in Italia, sulla scia di altri modelli in Europa e negli Stati Uniti. La peculiarità dei portafogli di di BlinkS è che la maggioranza sono collegati a crediti con sottostanti immobili. Non c’è inoltre limite di dimensione del portafoglio e di qualità degli asset, che potranno essere sia Npl sia Utp: potranno essere scambiati portafogli di qualche miliardo di euro come pure pacchetti di crediti problematici più piccoli come pure single name. Puntiamo a qualche miliardo di scambi all’anno e a diventare un’infrastruttura del Paese su questo genere di attività».
Il capitale della piattaforma potrebbe essere aperto a qualche soggetto istituzionale, evitando però possibili conflitti d’interesse. Il nome BlinkS esplicita il collegamento, nuovo nel mondo degli Npl e del real estate, tra compratori e venditori: BlinkS, «linking Buyers and Sellers like never before».
Del resto, quello degli Npl è un fenomeno di enorme portata. Dopo aver raggiunto un picco di 338 miliardi di euro nel 2015, in Italia il volume delle esposizioni non-performing (Npe) ha iniziato una fase (prima lenta, poi in accelerazione) di riduzione fino a raggiungere un valore di 206 miliardi di euro alla fine del terzo trimestre del 2018. Nonostante il calo, l’Italia detiene ancora il primato - non virtuoso - delle esposizioni all'interno dell’Unione Europea. Al terzo trimestre 2018 infatti, a un ammontare totale dei crediti non-performing nel mercato comunitario di 628 miliardi di euro, lo stock Italiano di Nplcontribuiva per il 19%, che rimane la proporzione più alta dell’Ue.
L’avvento delle Gacs ha rappresentato uno dei principali fattori di incentivazione alla riduzione degli stock di crediti non-performing a partire dal 2016, quando le banche italiane - Unicredit, Intesa Sanpaolo e BancoBpm in primis - hanno dovuto intraprendere massicce cessioni di crediti Npl con l’obiettivo di ridurre gli stock che gravavano sui loro bilanci .
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