NEW YORK - Jerome Powell, comparendo questa mattina davanti al Parlamento statunitense per le sua testimonianza semestrale, ha affermato che l’economia americana rimane oggi «in buona salute». Ma il chairman della Federal Reserve, in un importante riequilibrio del suo giudizio sul futuro, ha avvertito che ci sono «venti contrari», che esistono «correnti contrastanti» e «segnali in conflitto tra loro». Tra questi ostacoli Powell ha anzitutto sottolineato, rafforzando moniti già lanciati nelle scorse settimane, le incognite internazionali quali Europa e Cina.
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L'analisi enunciata da Powell è in linea con la posizione di cautela e pazienza esplicitamente adottata quest'anno dai vertici della Fed, che hanno deciso uno stop a nuove strette di politica monetaria. «Se interpretiamo le condizioni attuali dell’economia come salutari e l'outlook economico come favorevole, nell’arco degli ultimi mesi abbiamo visto alcune correnti contrastanti e segnali contraddittori» ha dichiarato adesso, per la precisione, Powell nel suo discorso introduttivo davanti ai parlamentari.
Il chairman ha menzionato anche il comportamento dei mercati finanziari, che si traduce in un clima più restrittivo per l’espansione: «Sono diventati più volatili sul finire dell’anno scorso - ha indicato - E le condizioni finanziarie offrono adesso meno sostegno alla crescita di quanto non lo fossero in precedenza l'anno scorso».
Particolare attenzione richiedono però agli occhi di Powell le condizioni sul palcoscenico globale. A cominciare dall’Europa e dalla Cina, dove sono emerse difficoltà e frenate. Nel Vecchio continente la Fed segue con estrema attenzione i negoziati su Brexit e il loro possibile impatto. «Terremo queste situazioni sotto stretta osservazione, seguendo la loro evoluzione», ha asserito Powell.
Il chairman ha precisato che, accanto alla pausa decisa sulle strette nei tassi confermata da un «approccio paziente» ribadito stamattina, la Banca centrale americana «è pronta a correggere qualunque dettaglio del completamento della normalizzazione del balance sheat (del suo portafoglio titoli, ndr) alla luce degli sviluppi economici e finanziari». Intervenendo su altri temi scottanti, ha infine lanciato un nuovo allarme sul livello del debito e del deficit pubblici del Paese, che sono in aumento e che considera avviati verso «un cammino insostenibile».
La testimonianza al Senato, al Senate Banking Committee, apre una due giorni di audizioni congressuali su economia e politica monetaria per il chairman della Fed. Domani Powell parlerà al Financial Services Committee della Camera. La precedente testimonianza semestrale, avvenuta lo scorso luglio, era avvenuta in circostanze diverse e più favorevoli: l’economia appariva robusta, la graduale manovra di rialzi dei tassi di interesse e normalizzazione della politica monetaria priva di dubbi e polemiche, soprattutto il presidente Donald Trump non aveva ancora cominciato la sua campagna di critiche alla Banca centrale accusandola di danneggiare la crescita con le sue scelte.
Powell ha da allora ripetutamente difeso l’indipendenza della Fed dalle pressioni di Washington, un’indipendenza considerata cruciale per la sua credibilità. Nei giorni scorsi l’ex chairwoman della Fed, Janet Yellen, ha a sua volta denunciato i rischi di erodere la fiducia nella Fed a colpi di attacchi politici, accusando Trump di non capire come funzionano economia e politica monetaria.
Di recente Powell ha tuttavia cambiato marcia alla sua strategia al cospetto di dati economici che mostrano maggiori incertezze sulle prospettive dell'espansione globale e americana, che dovrebbe frenare nuovamente vicino al 2% quest'anno da un quasi 3% nel 2018 stimato dallo stesso Powell - e forse sotto il 2% nella prima meta dell'anno. Alcuni analisti temono recessioni nel 2020.
Riconoscendo il rischio di debolezza, ha sospeso i rialzi dei tassi a tempo indeterminato in attesa di chiarimenti sullo stato dell’economia. Ha inoltre indicato flessibilità nella gestione del portafoglio titoli accumulato con il Quantitative Easing anti-crisi, suggerendo che presto verrà annunciato un piano per la fine della riduzione degli asset detenuti dalla Fed (che nel post-post-crisi hanno superato i 4.000 miliardi). La nuova strategia è stata incapsulata dalla parola chiave della nuova era di politica monetaria, «pazienza».
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