Faccia faccia a New York tra i vertici di Barrick Gold e Newmont Mining, che hanno provato a confrontarsi sulla possibilità di una joint venture nel Nevada (Usa), mentre anche Van Eck – uno dei maggiori azionisti dei due colossi dell’oro – si è schierato a favore di questa ipotesi, affermando che la preferirebbe alla fusione.
L’incontro tra Gary Goldberg, ceo di Newmont, e Marc Bristow, ceo di Barrick è apparso come un gesto di distensione dopo le polemiche dei giorni scorsi e le dure critiche che i due manager si erano scambiati.
Lunedì Newmont ha respinto ufficialmente la scalata ostile da 18 miliardi di dollari avviata dalla rivale canadese, ma ha offerto un ramo d’ulivo rispolverando l’ipotesi – già valutata a più riprese in passato – di un’integrazione delle attività nel Nevada, che consentirebbe importanti sinergie.
Goldberg ha proposto ai canadesi il 55% della jv, pur rivendicando la guida congiunta, e ha offerto di conferire anche una miniera nel Colorado.
Bristow ha tuttavia replicato che una quota adeguata per Barrick sarebbe piuttosto il 65% e insistito di voler comunque sottoporre agli azionisti l’offerta di acquisto, per «offrire almeno un’alternativa da considerare» al posto della fusione Newmont-Goldcorp, che andrà al voto all’assemblea dei soci ad aprile.
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