Se le svalutazioni degli avviamenti aziendali delle società europee sono calate del 35% nel 2017 in un anno ancora di crescita economica globale, lo stesso risultato difficilmente si riconfermerà nel 2018 dato il rallentamento in corso. A dirlo è lo studio di Duff & Phelps nella sua versione europea (la presentazione questa mattina a Milano) che per la prima volta si occupa anche dell’Italia. Il report 2018 è focalizzato, a livello Europeo, sulle aziende incluse nell’indice STOXX Europe 600, composto da società di grande, media e piccola capitalizzazione. Complessivamente il goodwill impairment totale è diminuito del 35%, scendendo a 18,5 miliardi di euro nel 2017 da 28,4 miliardi di euro del 2016.
I 3 settori che hanno registrato il calo più significativo in relazione agli importi del goodwill impairment nel 2017 sono stati il Finanziario & Real Estate, i Servizi di Telecomunicazione e i Beni di Consumo durevoli.
Nel 2018, le 10 principali operazioni di svalutazione dell’avviamento hanno raggiunto un totale di circa 11 miliardi di euro di svalutazioni, pari all’8% rispetto ai primi 10 nel 2017. Tuttavia, i risultati delle aziende dello STOXX Europe 600 ad oggi non sono completi.
A guidare la top ten delle maggiori svalutazioni nel 2017 è stato il colosso svizzero Nestlé con 2,592 miliardi di euro, seguita da Deutsche Telecom con 2,071 miliardi e un’altra svizzera la LafargeHolcim con 1,556 miliardi. Tra le prime dieci europee, cinque sono svizzere, due appartengono al settore bancario l’italiana Banco Bpm con 1,034 miliardi di euro e la spagnola Santander con 899 milioni di euro.
Considerando la percentuale delle aziende che all'interno di ogni Paese ha registrato un impairment dell’avviamento, l'Italia è il Paese che presenta il maggior calo di tale percentuale (-10,7%) dimezzandola da 22,2% nel 2016 a 11,5% nel 2017, nonostante il momento di incertezza economica. Nel 2017 il settore con il maggior goodwill impairment è quello Finanziario in particolare quello bancario con Banco BPM maggiore contributore avendo effettuato svalutazioni per 1,034 miliardi di euro, seguito da A2A con 34 milioni di euro e Bper Banca con 28 milioni di euro per un totale complessivo di 1,1 miliardi di euro in netto calo dai 3 miliardi del 2017 e dai 16 miliardi del 2013.
«I risultati registrati per l’Italia nel 2017 sono stati migliori rispetto agli anni precedenti, nel senso di una riduzione dell'ammontare complessivo delle svalutazioni dell’avviamento aziendale - ha commentato Enrico Rovere, managing director, valuation advisory services di Duff & Phelps -. Sarà ora interessante vedere se tale tendenza sarà confermata dagli impairment test di quest'anno, alla luce della del ribasso dei mercati finanziari a livello globale, avvenuta nell'ultimo semestre dell'anno scorso, e del rallentamento dell'economia mondiale, che possono avere effetti sia sul costo del capitale che sui piani di breve e medio periodo delle aziende».
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