Cassa depositi e prestiti è salita all'8,7% del capitale di Tim. Lo si legge da un filing inviato alla Sec (l’autorità di
Borsa statunitense). Cdp era stata autorizzata dal consiglio di amministrazione dello scorso 14 febbraio a incrementare la
sua quota in Tim fino al 10%. La Cdp all'ultima assemblea Tim deteneva il 4,9% di Tim e aveva di fatto preannunciato la sua
crescita, entro i tempi perché la quota possa interamente avere i diritti di voto nella prossima assise del gruppo tlc del
29 marzo prossimo. All’inizio del mese aveva comunicato alla Sec di essere salita al 7,1%.
Non si esclude che questa mossa, comunicata ieri in tarda serata alla Sec statunitense, possa portare a un ulteriore incremento fino a sfiorare il 10%. Ovviamente in questo modo Cdp si pone ancor di più come ago della bilancia tra Elliott e Vivendi in Tim, ma di fatto - essendo anche azionista al 50% di Open Fiber - potrà favorire la costituzione della rete unica, alla quale è favorevole il governo.
Già lo scorso 1 febbraio Cdp aveva fatto sapere che l’intenzione è quella di essere un investitore a lungo termine, considerato che rientra nella missione dell'istituto «sostenere le infrastrutture strategiche nazionali» e che l'investimento è volto a dimostrare il supporto della Cassa «allo sviluppo e alle iniziative di creazione di valore prese dall'emittente in un settore che è di primario interesse per il Paese». Cdp si riservava di prendere una gamma di iniziative riguardo l'investimento in Telecom, incluso «il supporto a operazioni straordinarie come fusioni, ristrutturazione o cessione di asset» o «cambiamenti nel consiglio di amministrazione».
Ieri il titolo Tim ha chiuso in Borsa a Milano a quota 0,556 euro, con un recupero del 25% dai minimi di fine gennaio.
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