«Parliamone». Il consiglio di amministrazione di Deutsche bank avrebbe dato la scorsa settimana il via libera a trattare con Commerzbank per studiare la realizzabilità di una fusione tra le due banche. Stando a una notizia riportata lo scorso 9 marzo da Welt am Sonntag, rilanciata da Reuters e non smentita da DB, i primi contatti informali tra le due banche si sarebbero già tenuti, sia pur a un livello molto preliminare e in riunioni ristrette e interlocutorie. Deutsche bank e Commerzbank si solo limitate al «no comment».
La fusione tra la prima e la seconda banca privata in Germania è fonte di speculazione da anni, ma l’ipotesi ora sta montando, come plausibile Piano “B” per Berlino e per le due stesse banche, in un contesto economico e politico molto volatile e che rischia di peggiorare quest’anno. La chiave di lettura di Welt am Sonntag è che il governo intenda accelerare nella messa a punto di una fusione realizzabile sotto il profilo dei requisiti dei supervisori e di Bruxelles, per poterla annunciare addirittura prima delle elezioni europee oppure nel momento in cui il prezzo in Borsa delle due banche (sofferenti di un calo del 40% circa in un anno) dovesse tornare ad avvitarsi al ribasso, rendendole appetibili prede di contendenti esteri.
Entrambe le banche sono in difficoltà per uscire velocemente dalle secche con le proprie forze: qualche timido segnale di miglioramento c’è stato nel bilancio 2018 di entrambe (Commerzbank è tornata a pagare un dividendo di 20 centesimi, la seconda volta in dieci anni, mentre Deutsche bank ha chiuso il bilancio in utile per la prima volta dal 2014) ma decisivo sarà l’andamento dei primi due trimestri del 2019. Commerzbank è a metà strada di una ristrutturazione che durerà fino al 2020, mentre il nuovo ceo di DB Christian Sewing lo scorso settembre si è dato 18 mesi di tempo prima di discutere seriamente della fusione con Commerzbank. Ma il tempo può rivelarsi tiranno per entrambe.
Il 2019 infatti potrebbe andare peggio del previsto, e anche se non dovesse arrivare la recessione che l’ufficio studi di DB ha già messo in conto, lo scenario base resta difficile, sotto la minaccia di Brexit,protezionismo Usa, rallentamento in Cina ed elezioni in Europa. Inoltre la Bce ha appena annunciato che i tassi guida, resteranno sugli stessi livelli (deposit facilities -0,40%) fino a dicembre e questo allungamento della forward guidance ha già spostato la previsione del mercato sul primo rialzo dei tassi verso la fine del 2020.
Welt am Sonntag ricama sulla fusione prima delle elezioni europee, descrivendo uno scenario in cui una grossa perdita al voto di CDU/CSU e SPD renderebbe la fusione più complicata nel caso in cui dovesse essere necessario un intervento dello Stato(azionista al 15,6% in Commerz e dunque protagonista di un’eventuale fusione). Gli analisti che studiano la fattibilità della fusione prevedono la necessità di un aumento di capitale: DB ne ha già fatti tre per un totale di 19,5 miliardi: 2,96 miliardi nel 2013, 8,5 nel 2014, 8,037 nel 2017. I grandi azionisti di DB non staranno a lungo a guardare e la fusione sul tavolo dei loro cds è una questione di tempo.
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