Arriva la conferma di Deutsche Bank: in una nota la prima banca tedesca dice che il consiglio di amministrazione «ha deciso
di esaminare le opzioni strategiche» con l’obiettivo di migliorare «il profilo di crescita e della redditività della banca»
e «conferma di essere impegnata in discussioni con Commerzbank». Non è tuttavia certo, conclude il breve comunicato, che l’affare
andrà in porto.
Anche Commerzbank ha confermato oggi domenica 17, con una nota, l'avvio dei contatti con DB. A differenza di Deutsche bank,
il comunicato di Commerz contiene la parola “fusione”: «Le due banche si sono messe d'accordo oggi per avviare le discussioni
con esito aperto su una potenziale fusione».
La decisione dell'avvio delle trattative sarebbe stata presa anche sotto pressione del governo. Il ministro delle Finanze
Olaf Scholz e il suo vice ex-Goldman Sachs Jörg Kukies, secondo fonti bene informate, sarebbero favorevoli alla fusione, sebbene
il taglio dei posti di lavoro potrebbe portare a diverse decine di migliaia di licenziamenti o pre-pensionamenti. I sindacati
delle due banche sono già sul piede di guerra, e hanno preannunciato una posizione contraria alla fusione.
L'unione di DB e Commerzbank, detenuta per il 15,6% dal tesoro, di Commerzbank farebbe nascere un colosso bancario e un “campione europeo e mondiale” come Scholz ha più volte auspicato. Ma la fusione è controversa: le due banche hanno molti problemi, soprattutto di alti costi e bassa redditività, e non è affatto detto che la fusione sia la soluzione, anzi, potrebbe esasperare le debolezze delle due banche, in assenza di un nuovo modello di business vincente. All'inizio del mese era già emerso che il consiglio di amministrazione di Deutsche aveva accettato di tenere colloqui con Commerzbank sulla fattibilità di una fusione.
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