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Telecom, sulla revoca di Genish Vivendi bussa a Consob

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GOVERNANCE

Telecom, sulla revoca di Genish Vivendi bussa a Consob

Cdp è salita all’8,7% diTelecom Italia con l’evidente obiettivo di arrivare al 10% in tempo utile per l’assemblea del 29 marzo, dove ci sarà da votare anche sulla richiesta di Vivendi di revocare cinque consiglieri in quota Elliott. Nel frattempo i proxy advisor avrebbero preso qualche giorno in più per valutare quanto emerso dalla relazione del collegio sindacale che ha riscontrato quelle che i legali chiamano «asimmetrie informative» nelle ore concitate che hanno portato a sfiduciare l’ex ad Amos Genish. Tant’è che le indicazioni di voto di Iss, Glass Lewis e Frontis sono attese all’inizio della prossima settimana ma non più entro lunedì, come si ipotizzava. E Vivendi sollecita nuovamente la Consob affinché accerti il ruolo di Elliott sulla defenestrazione dell’ad scelto dai francesi, ma poi riconfermato dal nuovo cda.

Delle diverse contestazioni inoltrate ai sindaci dal primo azionista transalpino, il collegio ha ritenuto censurabile solo la parte che riguarda le riunioni settarie tenute tra i soli indipendenti della maggioranza espressa da Elliott per preparare la revoca delle deleghe a Genish. Con esclusione dalle discussioni, quindi, non solo del manager israeliano e di de Puyfontaine, ma anche dei tre consiglieri indipendenti di minoranza espressi da Vivendi. La relazione riferisce che l’11 novembre - due giorni prima del cda straordinario chiamato per rimuovere Genish – si era tenuta un’audioconferenza, prenotata dalla segreteria di presidenza per un massimo di dieci accessi (i consiglieri Telecom sono 15, di cui 13 all’epoca indipendenti), cui avevano partecipato anche alcuni legali dello studio BonelliErede. Il giorno successivo, il 12 novembre, c’erano stati contatti tra il presidente Tim e Cdp, in seguito ai quali ad e capo dell’ufficio legale di Cdp erano stati inseriti nel registro dei soggetti in possesso di informazioni riservate. Nella stessa giornata lo studio BonelliErede ha inviato una mail ai dieci consiglieri di maggioranza della lista Elliott contenente il «menabò» della riunione del cda del giorno dopo, 13 novembre, quando effettivamente fu sfiduciato il manager. Solo a riunione del cda in corso i consiglieri di minoranza avevano ricevuto la bozza del comunicato che era già a disposizione dei consiglieri Elliott dal giorno prima. «I predetti fatti possono costituire una violazione dell’obbligo previsto per il presidente del cda di garantire che “adeguate informazioni vengano fornite a tutti i consiglieri”e del principio di collegialità», scrivono i sindaci, che inoltre hanno rilevato come solo uno degli avvocati di BonelliErede, Stefano Calabria, non era stato iscritto nel registro informazioni privilegiate, configurando - per il collegio - «il mancato rispetto della procedura».

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Vivendi aveva contestato che lo studio legale che assiste Telecom in precedenza avesse assistito anche il fondo Elliott, nella sua campagna attivista conclusasi con la sconfitta del primo azionista finito in minoranza nel board. La Consob, alla quale i sindaci Telecom hanno inoltrato la segnalazione delle irregolarità riscontrate, è stata sollecitata ancora ieri – a quanto risulta – dalla parte francese ad accertare se da parte di esponenti Elliott ci siano state telefonate ai consiglieri Telecom per convogliare i voti della maggioranza sulla nomina del nuovo ad in sostituzione di Genish.

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