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Vedi altroElliott scende in campo in vista dell’assemblea di Tim del 29 marzo quando si consumerà il nuovo rendez vous con Vivendi.
I soci di Telecom Italia, afferma il fondo Usa nella presentazione del nuovo sito web www.Time-for-Tim-com, si troveranno
«di fronte a una scelta tra la stabilità e il continuo recupero di valore della società o il ritorno della cattiva gestione
di Vivendi con le sue promesse non mantenute, la distruzione continuata di valore e il disprezzo per le regole di buona governance».
Secondo Elliott, socio di Telecom Italiacon il 9,55%, i candidati sostenuti dalla media company francese, primo azionista della società di tlc, per sostituire cinque
attuali consiglieri, tra cui il presidente Fulvio Conti, «non sono autenticamente indipendenti». Anche per questa ragione,
non ci sono motivi per votarli.
L’avvio della campagna di Elliott in vista dell’assemblea arriva dopo che Vivendi nei giorni scorsi ha sottolineato con forza
«le irregolarità della governance di Telecom Italia evidenziate dal report del collegio sindacale». Elemento che ha rafforzato
la volontà del gruppo d'Oltralpe di richiedere il ritorno «a un consiglio di amministrazione più equilibrato» per ristabilire
«le condizioni e tutele di governane necessari». I sindaci, nella relazione pubblicata venerdì scorso, avevano respinto quasi
tutte le accuse della media company francese, confermando l’indipendenza del presidente Fulvio Conti e l’assenza di anomalie
nella nomina di Gubitosi. Ma avevano anche indicato «profili di irregolarità» nella revoca di Amos Genish come amministratore
delegato, parlando di «disparità informativa tra i consiglieri».
Il j’accuse di Elliott: da Vivendi e Bollorè disprezzo regole di governance
Elliott, in particolare, oggi ha accusato Vivendi di aver lanciato attacchi in maniera aggressiva e ripetutamente, senza aprire
la porta alle richieste di dialogo. Vivendi, dice il fondo Usa, «ha lanciato un'incessante serie di aggressivi attacchi nei
confronti della società, del consiglio e degli altri stakeholder». Nel far questo, Vivendi sta pregiudicando le possibilità
che il nuovo management possa ricondurre la società sui binari della stabilità e della normalità. La media company «si è rifiutata
di intrattenere con Elliott un dialogo costruttivo, si è opposta lo scorso anno alla giustificata revoca delle deleghe dell'amministratore
delegato Amos Genish». Tutto ciò «è coerente con il consolidato disprezzo per le più elementari regole di corporate governance
che caratterizza Vivendi e il suo azionista di controllo Vincent Bollore». Elliott sottolinea inoltre come «non sia possibile sostenere i candidati proposti da Vivendi, che non sono autenticamente
indipendenti, e che un voto in loro favore semplicemente riconsegnerebbe il controllo della società a un gruppo che si caratterizza
per dimostrati conflitti di interesse, operazioni con parti correlate e una lunga storia di distruzione di valore per gli
azionisti di Tim». Il 29 marzo i soci voteranno sulla proposta di Vivendi di sostituire cinque consiglieri in quota Elliott,
tra cui il presidente Fulvio Conti, con cinque consiglieri proposti dal gruppo francese, tra cui l'ex amministratore delegato
e presidente di Tim, Franco Bernabè. Elliott, inoltre, "crede che sia il momento di dare a Tim e al suo consiglio di amministrazione
indipendente stabilità e spazio di manovra per portare avanti la sua strategia, per arrivare a quella riorganizzazione di
cui c'è gran bisogno e per arrivare in modo sostenibile alla creazione di valore per gli azionisti".
Per Elliott il nuovo piano è una svolta, con Genish performance di Tim scarsa
Elliott loda la gestione Gubitosi e il nuovo piano industriale presentato di recente. Il piano annunciato il 21 febbraio,
dice il fondo, «rappresenta un importante punto di svolta rispetto ai precedenti passi falsi». Inoltre «Il nuovo team- aggiunge
il fondo - appare aperto alla creazione di nuove soluzioni» inclusa «la separazione di Netco (la società della rete) e il
consolidamento del settore». Al contrario, con la precedente gestione di Amos Genish, «la performance di Tim è stata molto
scarsa». Inoltre Genish «ha partecipato alle pubbliche accuse lanciate da Vivendi, attaccando il proprio consiglio di amministrazione
attraverso la stampa». In generale Tim ha ottenuto più risultati «nei 100 giorni con il nuovo amministratore delegato, Luigi
Gubitosi» che in un anno con la gestione di Genish.
All’assemblea del 29 marzo, nuova resa dei conti Elliott-Vivendi
Lo scontro tra Elliott e Vivendi che si prefigura il 29 marzo ripete, a parti invertite, quello avvenuto il 4 maggio. Allora
era stato Elliott a chiedere un ricambio all’interno del board, proponendo la sostituzione dei rappresentanti di Vivendi con
nuovi consiglieri indipendenti voluti dal fondo; stavolta è invece Vivendi a puntare il dito sulla gestione del fondo, e a
chiedere un rinnovo nel board. Il 4 maggio la battaglia venne vinta da Elliott che conquistò la maggioranza del cda di Tim.
Subito dopo il fondo confermò l’amministratore delegato prescelto da Elliott, Amos Genish, dandogli fiducia fino al 13 novembre,
quando è stata votata la sua revoca. Al suo posto, qualche giorno dopo, è stato nominato Luigi Gubitosi, nome tuttavia che
non è nella rosa dei cinque amministratori di cui Vivendi chiede la sostituzione.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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