Il passato sembra non voler abbandonare Volkswagen. La Sec, l’autorità di Borsa americana, ha fatto causa alla casa automobilistica tedesca e al suo ex amministratore delegato Martin Winterkorn, con l’accusa, in relazione allo scandalo emissioni, di frode nel collocamento di miliardi di bond agli investitori. Nel mirino ci sono in particolare obbligazioni per 13 miliardi di dollari emesse dal gruppo automobilistico tra aprile 2014 e maggio 2015, in un momento in cui non si conoscevano ancora le pratiche attuate da Volkswagen per falsificare le emissioni. Da Wolfsburg oggi si afferma di voler contestare «vigorosamente» le accuse della Sec in quanto «giuridicamente e concretamente sbagliate». VW accusa la Commissione di «cercare di estorcere quanto più possibile dalla compagnia» a più di due anni dalla transazione con il Dipartimento di Giustizia.
La Volkswagen, si legge nella denuncia della Sec, «ha nascosto per un decennio le emissioni inquinanti, mentre andava avanti nella vendita di miliardi di dollari di obbligazioni agli investitori a prezzi gonfiati». Replica la casa automobilistica in una nota: «La Sec ha avviato un procedimento senza precedenti, in relazione a titoli venduti solo a investitori avvertiti che non hanno subito alcun pregiudizio e sono stati pagati in tempo e appieno con gli interessi».
Inoltre il gruppo tedesco punta l’indice sul fatto che la Sec abbia «ripetuto le accuse contro l'ex amministratore delegato di Volkswagen», che non ha avuto alcun ruolo «in questo caso». Il Dieselgate è finora costato più di 25 miliardi a Volkswagen.
Il titolo è scivolato in Borsa facendo segnare un -0,54% a 147 euro.
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