È un po’ come quei professori che piacciono tanto agli studenti perché assegnano voti un po’ più alti degli altri. Sarà generosità. O un modo diverso di vedere il mondo. O forse, potrebbero malignare alcuni, marketing. Sta di fatto che l’agenzia di rating canadese DBRS non ci ha messo molto ad entrare nel cuore degli italiani: perché essendo quella che assegna alla Repubblica il rating più elevato, attualmente «BBB high», regala al Paese un “cuscinetto” di tranquillità che gli consente di restare ben lontano dal baratro dei rating. Per un Paese gravato da un gigantesco debito pubblico e con la spada di Damocle dei rating sempre sulla testa, avere un “professore buono” non è male. Qualunque studente che balla tra il 6 e il 5 capisce il concetto.
Il giudizio di DBRS sulla Repubblica italiana è molto importante per un motivo ben preciso. La Banca centrale europea, per decidere quali titoli può o non può comprare nelle varie operazioni che effettua tra le quali il «quantitative easing», si basa sui rating di quattro agenzie di valutazione: Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch e - appunto - DBRS. Ma il rating più importante è quello più elevato, perché è quello che la Bce prende come riferimento. Per intenderci: la Bce non può comprare titoli che hanno rating speculativo (o “spazzatura”). Ma affinché un titolo venga considerato tale, è necessario che tutte e quattro le agenzie di rating taglino il voto dell’Italia a livello “spazzatura”. Ne basta una più generosa, e il Paese è salvo. Attualmente Moody’s tiene il Paese a un gradino da quel livello, mentre S&P e Fitch stanno poco sopra. Invece DBRS è quella che più ci tiene in alto: dal suo «BBB High» attuale, servirebbero infatti tre declassamenti per portare l’Italia a «spazzatura».
Chissà se è per questo, ma DBRS è entrata nel cuore anche delle banche in Italia: pur essendo la meno conosciuta tra le quattro agenzie alla gente comune, è infatti quella che ha le quote di mercato più elevate nei rating assegnati al settore della finanza strutturata. È di DBRS il 100% dei rating delle cartolarizzazioni su mutui commerciali in Italia, il 91% dei rating su operazioni legate al credito al consumo e l’89,7% dei voti su Abs. In generale, DBRS assegna i suoi rating all’81,8% del mercato della finanza strutturata in Italia, seguita da Moody’s (poco più del 60%), Fitch (poco più del 20%) e S&P (intorno al 10%). Diciamolo: questi dati non sorprendono.
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