In linea con una congiuntura economica di forte rallentamento, nei primi tre mesi dell'anno non sono cambiati i criteri di offerta di credito alle imprese, mentre quelli per il finanziamento dei mutui delle famiglie si sono irrigiditi. Lo rivela Bankitalia con la pubblicazione dell'indagine sul credito nell'eurozona (Bank Lending Survey), aggiungendo che la tendenza dovrebbe riprodursi anche nel trimestre in corso. A pesare sulla frenata nei primi novanta giorni la minore domanda da parte di aziende e clienti retail. Per le imprese, in particolare, oltre allo stop in corso da diversi mesi a nuova spesa per investimenti, si sarebbe aggiunto un più ampio ricorso alle fonti di finanziamento alternative, mentre solo nei trimestri a venire la domanda di prestiti dalle famiglie potrebbe rafforzarsi.
In giornata via Nazionale ha anche pubblicato la mensile “Banche e moneta”, in cui si registrano gli andamenti del credito
in febbraio. I prestiti delle banche al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti
ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti dell'1,2% (0,9% in gennaio), mentre gli impieghi con le famiglie sono
cresciuti del 2,6% (come nel mese precedente). Nel mese di febbraio le sofferenze sono diminuite del 32,4% su base annua, per effetto di alcune operazioni di cartolarizzazione. Su questo fronte vale segnalare che nel Def all'esame del Consiglio
dei ministri si parla di un nuovo piano «che faciliti lo smaltimento dei crediti deteriorati ma non ancora in sofferenza»,
con riferimento probabilmente ai prestiti unlikely to pay (Utp). Le sofferenze bancarie lorde, a febbraio, si sono fermate a 100,18 miliardi (erano a 163 miliardi un anno prima), quelle
nette sono invece pari al 33,6 miliardi.
Infine le giacenze di titoli del debito pubblico negli attivi bancari: a febbraio sono cresciuti a 387,2 miliardi di euro, contro i 382 di gennaio; in gran parte (277 miliardi) sono Btp. Nel febbraio di un anno prima i titoli di Stato detenuti dagli istituti di credito erano 50 miliardi in meno di oggi.
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