L’oro è scivolato di oltre l’1% nella seduta del 16 aprile, cancellando del tutto il rialzo da inizio anno. Le quotazioni sono scese fino a 1.272,70 dollari l’oncia sul mercato spot londinese, il minimo dal 27 dicembre. A dare un ulteriore impulso ai ribassi sono state ancora una volta le buone performance dei listini azionari, sulla scia di dati macroeconomici positivi da Cina e Stati Uniti: il mercato, in modalità «risk on», penalizza il lingotto nella veste di bene rifugio. Anche il dollaro, inversamente correlato all’oro, si è rafforzato.
Potrebbero inoltre aver pesato le indiscrezioni diffuse da Bloomberg secondo cui il Venezuela avrebbe ulteriormente ridotto le riserve auree riuscendo nonostante le sanzioni Usa a vendere oro per 400 milioni di dollari. Ai corsi attuali si tratterebbe di circa 9 tonnellate di metallo.
Le riserve totali della banca centrale venezuelana – per oltre la metà costituite proprio da oro – sono in effetti diminuite in misura corrispondente nella settimana al 12 aprile, attestandosi a 8,6 miliardi di $ secondo dati ufficiali da Caracas. Dal punto di vista tecnico l’oro rischia di continuare a deprezzarsi: hanno infatti ceduto i supporti costituiti dalle medie mobili degli ultimi 100 e degli ultimi 50 giorni.
© Riproduzione riservata