NEW YORK - Profondo rosso per Tesla. Il leader americano dell'auto elettrica, impegnato anche su altre costose strade tech nei trasporti dalla guida autonoma ai robotaxi, deve adesso fare i conti con una posizione finanziaria indebolita e conti deludenti. Tesla e' stata gravata da un passivo da 702 milioni di dollari nel primo trimestre dell'anno, uno dei peggiori mai accumulati dall'azienda nella sua storia e piu' drastico rispetto a previsioni gia' negative. Il giro d'affari, assediato da problemi di produzione e consegna, e' a sua volta rimasto al di sotto di attese ridimensionate.
Ecco le cifre esatte che Tesla ha rivelato tra aggettivi degli analisti quali “sbalorditive”: perdite pari a 2,90 centesimi per azione, una volta escluse voci straordinarie. Piu' del doppio degli 1,30 dollari anticipati. Un fatturato di 4,5 miliardi, che se e' salito dallo stesso periodo dell'anno scorso e' caduto del 37% dal quarto trimestre 2018 e ha sfondato al ribasso attese tra i 4,8 e i 5,4 miliardi. Tesla ha anche ammonito che le perdite potrebbero non essere finite: dovrebbero proseguire nel secondo trimestre e la redditivita' tornare solo nella seconda meta' del 2019.
Wall Street perdona poco di questi tempi a Tesla e il bilancio ha evidenziato le sfide aperte: il titolo nel dopo mercato e' scivolato di un modesto 2%, perche' aveva gia' perso oltre un quinto da inizio anno su notizie negative quali delusioni nelle consegne di vetture, scivolate del 31% tra gennaio e marzo a 63.000. Gli analisti con una raccomandazione di vendita delle azioni targate Tesla sono oggi diventati una maggioranza relativa, 15, citando le difficolta' di esecuzione, i passi falsi strategici del gruppo, fragilita di parte della domanda soprattutto per i veicoli piu' cari.
Con il bilancio e' affiorato nuovamente il dibattito se Tesla avra' necessita' di raccogliere ulteriori risorse per perseguire le sue ambiziose strategie: ha tuttora in cassa 2,2 miliardi, scesi del 40%, cioe' di 1,5 miliardi, ma ritenuti adeguati dai vertici. Il fondatore e Ceo Elon Musk ha escluso di voler rastrellare nuovi capitali. Ha aggiunto, quando si tratta dello stato dell'azienda e delle pressioni di Borsa, che preferirebbe Tesla non fosse quotata, ma che quella possibilita' non esiste. Musk e' finito sotto inchiesta della Sec nel recente passato per aver twittato di un possibile buyout del gruppo poi rivelatosi infondato.
Scarsa fiducia hanno generato anche i suoi piani industriali futuri, quelli di sbarcare nei robotaxi e nella guida autonoma, enunciati da Musk lunedi' all'Investor Day dell'azienda. Musk ha promesso una flotta di robotaxi entro la fine dell'anno prossimo, obiettivo accolto con scetticismo tra problemi sia tecnologici che legali e di regolamentazione. In attesa di simili rivoluzione Tesla assicura che la domanda delle sue vetture rimarrà elevata, prevedendo 90.-100.000 auto consegnate nel trimestre in corso e confermando un target annuale di 360-400.000 vetture vendute nell'intero 2019. Karl Brauer, di Kelley Blue Book e Autotrader, ne e' meno convinto: ha ricordato gli ostacoli oggi sul cammino, dal taglio progressivo degli incentivi pubblici agli acquisti di auto elettriche all'ingresso sul mercato dell'elettrificazione di concorrenti quali Porsche, Audi, Mercedes e Hyundai.
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