Si prospetta un rinnovo all'insegna della continuità, per il board di Intesa Sanpaolo. Oggi, a Torino, nel grattacielo di Renzo Piano, sede della banca, si terrà l'assemblea ordinaria cui toccherà approvare il bilancio 2018 e la distribuzione del dividendo. Ma all'ordine del giorno c'è soprattutto la nomina del nuovo Cda e, con esso, del comitato per il controllo sulla gestione previsto dal sistema monistico. Se, come di fatto scontato, verrà premiata la lista di maggioranza presentata dalle cinque Fondazioni socie di Intesa Sanpaolo, riunite nel Patto che coagula il 16,5% del capitale, per il ticket formato dal ceo Carlo Messina e dal presidente Gian Maria Gros-Pietro si tratterà di un importante attestato di fiducia da parte del mercato. Soprattutto se si considera che la maggioranza del capitale è tradizionalmente rappresentato dai fondi di investimento, in particolare esteri. Che, come da prassi, avrebbero ricevuto dai proxy advisor il suggerimento generico di votare per la lista di minoranza, presentata da Assogestioni.
La presenza nella lista di maggioranza di Messina, figura di riferimento per il mercato, dovrebbe tuttavia catalizzare una parte del voto degli istituzionali e far prevalere la lista numero uno. Si vedrà dunque oggi se le previsioni della vigilia saranno rispettate. E se di fatto si replicherà - con le dovute correzioni - il film visto nel 2016, quando, in occasione del precedente rinnovo, alla presenza del 60% del capitale, il 61% dei voti andò alla lista presentata dalle Fondazioni, mentre la lista Assogestioni raccolse il 37,5% delle preferenze.
Qualche differenza, con tutta probabilità, ci potrebbe essere sulla partecipazione assembleare, che si prospetta inferiore a quella vista tre anni fa. Secondo le stime, infatti, in assise si dovrebbe presentare circa il 50-55% del capitale. Questa sarà del resto la prima assemblea post-conversione delle azioni risparmio, e un effetto diluitivo è da mettere in conto.
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