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Intesa Sanpaolo, vince la lista delle Fondazioni. Gros-Pietro e Messina confermati ai vertici

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Tutto come da previsioni: gli azionisti di Intesa Sanpaolo confermano Carlo Messina e Gian Maria Gros-Pietro ai vertici dell'istituto, rispettivamente nei ruoli di chief executive officer e presidente della banca. La lista uno, presentata dalle Fondazioni socie e appoggiata anche da una parte degli investitori istituzionali, ha raccolto il 63% dei consensi assembleari, mentre la lista due - presentata dal Comitato dei gestori - ha registrato l’appoggio del 35,6% del capitale presente. Alberto Maria Pisani, in rappresentanza della lista di minoranza, sarà il presidente del Comitato per il controllo.

L'assemblea ha inoltre approvato a larghissima maggioranza il bilancio 2018 dell’istituto, chiuso con un utile di oltre 4 miliardi. Ha votato a favore il 98,98% del capitale presente, contrario lo 0,26%, astenuto lo 0,24%, non votante lo 0,5%. Percentuali analoghe per il via libera alla destinazione dell'utile, con la distribuzione di dividendi per 3,4 miliardi.

A Torino, nella sede progettata da Renzo Piano, sono presenti in proprio o per delega 2.787 azionisti, in rappresentanza del 53,31% del capitale, in linea con le previsioni della vigilia. Rilevante la presenza dei fondi, che secondo le indicazioni di una fonte qualificata, si attesta al 34% circa del capitale complessivo. A questa quota si aggiungono le fondazioni, pari a circa il 16%.

Nel corso del suo intervento, il ceo Carlo Messina si è rivolto agli azionisti ricordando i risultati raggiunti dalla banca nel corso degli ultimi anni e ribadendo l’obiettivo di realizzare un utile superiore a quello realizzato nel 2018, pari a 4,05 miliardi. «L’obiettivo per il 2019 è di far crescere ulteriormente l’utile netto pur in un contesto di mercato molto difficile - ha detto il manager - È un impegno che prendiamo come management nei confronti dei nostri azionisti». Messina, rispondendo alle domande degli azionisti, ha anche sottolineato come ad oggi la banca non sia interessata a possibili dossier relativi ad aggregazioni trans-nazionali. «Non abbiamo allo studio fusioni in Europa», ha detto il manager.

Messina ha voluto anche ringraziare Giovanni Bazoli, presente in prima fila in assemblea, per il suo operato, esprimendo l’auspicio che il presidente emerito prosegua il suo impegno con la banca. Stesso augurio rivolto anche a Giuseppe Guzzetti, numero uno dell’Acri e della Fondazione Cariplo, che proprio in queste settimane sta lasciando i suoi incarichi ufficiali nel mondo delle fondazioni.
«Mi auguro che il professor Bazoli possa continuare a essere vicino alla banca, così come mi auguro che l’avvocato Guzzetti resti in qualche modo legato al mondo delle Fondazioni perché sono due figure che certamente in Italia non saranno replicabili», ha detto Messina.

Ad aprire i lavori assembleari è stato il presidente Gian Maria Gros-Pietro, che ha sottolineato l’importanza delle fondazioni e degli azionisti storici del gruppo, ricordando come «nel momento più difficile, nel 2011, ci hanno sostenuto con un aumento di capitale di 5 miliardi, e da allora abbiamo restituito 10 miliardi di dividendi».

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