Andamento titoli
Vedi altroFinecobank sotto i riflettori a Piazza Affari dopo la pubblicazione dei conti trimestrali e l'annuncio del possibile disimpegno di Unicredit. Prima dell'apertura del mercato le due società hanno comunicato di aver approvato «una serie di azioni e procedure» per «assicurare a Fineco di poter operare come società pienamente indipendente dal punto di vista regolamentare, di liquidità e operativo, anche nel caso di potenziale futura uscita dal gruppo UniCredit». Tali azioni concordate, sottolinea la nota congiunta, «consentirebbero a UniCredit di cogliere qualsiasi opportunità di mercato, anche nel breve termine, in relazione alla sua quota in Fineco». Comunicazioni che fanno presagire la volontà di UniCredit di uscire, almeno parzialmente, dal capitale di Fineco (al momento ha circa il 35%), tanto che gli accordi tra le due società che porteranno all'indipendenza di Fineco includono anche «delle previsioni standard di cambio di controllo a seguito dell'acquisizione del controllo di Fineco da parte di determinati concorrenti italiani ed europei».
Equita: perplessi da operazione viste le potenzialità di Fineco
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, del resto, il dossier Fineco dovrebbe approdare già domani al cda di UniCredit. Sul tavolo ci sarebbe la cessione di una quota compresa tra il 10% e il 15% del capitale, che potrebbe essere propedeutica a un completo disimpegno. «L'integrale uscita di UniCredit dal capitale di Fineco rappresenta, per noi, una notizia del tutto inaspettata che ci lascia perplessi dal punto di vista strategico visto le potenzialità di crescita nel lungo termine del business model di Fineco», notano gli analisti di Equita. «Il mercato - aggiungono - potrebbe inoltre interrogarsi sul razionale della cessione che, al momento, dal nostro punto di vista sembra legato esclusivamente a un tema di capital management, creando di conseguenza overhang sulla valutazione di UniCredit». Gli esperti stimano che la vendita dell'intera quota porterebbe a UniCredit un beneficio di almeno 80 punti base in termini di Cet1.
Incerta anche Morgan Stanley, positiva Ubs
Se l'operazione sarà confermata, commenta da parte sua Morgan Stanley, «pensiamo che da un punto di vista finanziario cristallizzerà i multipli di Fineco e aumenterà il patrimonio del gruppo, ma alcuni investitori potrebbero interrogarsi sulla ragione strategica in questo momento, considerando il patrimonio di UniCredit e il profilo di crescita di Fineco». Più positivo il giudizio di Ubs, che giudica «attraente per UniCredit» lo "scambio" tra «generazione di capitale nell'immediato ed erosione degli utili» nel medio termine. «Crediamo che sarà ben accolto dal mercato», aggiungono gli analisti, che prevedono un impatto positivo di 15-25 punti base dalla vendita del 10%-15% di Fineco, per effetto «di una consistente plusvalenza derivante dalla differenza tra il valore di mercato dell'intera quota UniCredit (circa 2,4 miliardi) e il valore di carico», pari a circa 320 milioni al netto degli asset intangibili. La perdita sul fronte degli utili, conclude Ubs, sarebbe pari a circa l'1%. Sul fronte dei conti trimestrali, infine, nei primi tre mesi dell'anno Fineco ha registrato un incremento del 6,1% dell'utile netto rettificato per le poste non ricorrenti a 62,6 milioni. I ricavi sono saliti dell'1,8% a 158,2 milioni. Il risultato di gestione, sempre rettificato per le poste non ricorrenti (-0,3 milioni netti valutazione al fair value Schema Volontario), ha registrato un incremento dell'1,2% a 92,9 milioni. In linea con l'anno scorso il cost/income ratio, che si attesta al 41,3 per cento.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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