Andamento titoli
Vedi altroLa settimana delle Borse europee si è chiusa su toni positivi, nonostante alcune battute d'arresto, con ampia parte dei settori in rialzo, in particolare quello della chimica (+2,67%), dell'oil & gas (+3,74%) e della tecnologia (+3,14%). Più debole il comparto auto (-1,18%), penalizzato dall'innalzamento dei toni nello scontro tra Stati Uniti e Cina sui dazi. E male anche telecomunicazioni (-1,32%) e retail (-0,32%). Anche a Piazza Affari l'ottava è stata positiva, nonostante l'allargamento dello spread tra i rendimenti di BTp decennali e Bund di pari scadenza, che è salito nella settimana a 277 punti, contro i 273 di una settimana fa, mentre il rendimento dei titoli decennali italiani è sceso al 2,665%, contro il 2,685% di una settimana fa e il 2,773% di fine 2018. Il Ftse Mib, che ha terminato la seduta di venerdì in ribasso dello 0,22%, ha archiviato la settimana con un migliore +1,1% (questo ha portato il calo da inizio anno al 15,18%). La performance di Milano è stata comunque la peggiore tra i listini europei: Parigi nell'ottava ha guadagnato il 2,08%, Madrid l'1,78%, Francoforte l'1,49% e Londra il 2,02%. In Italia le small cap (-1,92% il Ftse Italia Small Cap Index) e il comparto bancario (-2,09%) hanno segnato la performance peggiore, mentre le utility hanno fatto molto meglio (+1,99% nella settimana il Ftse Italia All Share Utilities). Sul Ftse Mib, su base settimanale i rialzi maggiori sono stati quelli di Ferragamo (+10,02%), Juventus Fc(+8,87%) e Tenaris(+7,23%), mentre i ribassi più sostenuti sono stati quelli di Unicredit ( -5,41%), Cnh (-4,51%) e Ubi (-3,32%). Sul fronte dei cambi, l'euro si è indebolito sul biglietto verde, chiudendo la settimana in discesa dello 0,62%. Dall’altra parte dell’oceano chiusura in calo per Wall Street con il Dow Jones che perde lo 0,38% a 25.763,33 punti, il Nasdaq l'1,04% a 7.816,28 punti e l'indice S&P500 lo 0,58% a 2.859,50 punti.
Venerdì Borse ancora deboli
Le nuove scintille tra Stati Uniti e Cina sui dazi, con Pechino che sembra pronta a lasciare il tavolo delle trattative, ha
minato l'umore degli investitori e penalizzato gli indici europei, che venerdì hanno tuttavia ridotto le perdite nel finale
dopo il dato positivo sulla fiducia americana, salita in maggio ai massimi in 15 anni (la lettura preliminare dell'indice
sulla fiducia redatto mensilmente dall'Università del Michigan è salita a 102,4 punti dai 97,2).
Inoltre, secondo i media, Washington sarebbe pronta a togliere i dazi su alluminio e acciaio provenienti da Canada e Messico.
Milano ha così chiuso a -0,22%, Parigi a -0,18%, Madrid a -0,26%, Londra a -0,1% circa e Francoforte -0,58%, penalizzata dallo
stacco cedole di Bmw (-5,2%) e Fresenius (-2,3%). Per altro, l'amministrazione Trump ha deciso di spostare il baricentro dell'attenzione,
rinviando la decisione sull'entrata in vigore dei dazi sulle automobili provenienti dall'estero, in particolare da Unione
europea e Giappone, concedendosi altri 180 giorni. Questo sta dando fiato ai titoli del settore auto, fortemente penalizzati
nella prima parte della seduta nel Vecchio Continente: l'indice Euro Stoxx 600 Auto, che cedeva il 2,1%, ha ridotto i ribassi
attorno all'1%. Più vistoso il miglioramento dei singoli titoli: a Piazza Affari Fiat Chrysler Automobiles, che perdeva più dell'1% anche a causa del calo delle immatricolazioni in Europa, ha chiuso in positivo, mentre a Francoforte
Volkswagen riduce i cali allo 0,65% e Daimler attorno all'1,2%. Resta pesante Bmw , che ha perso più del 5%, penalizzata dallo
stacco cedola. A Parigi Peugeot è riuscita a chiudere sopra la parità (+0,05%) e Renault ha finito a -0,6%.
Gli Usa rinviano la decisione sui dazi auto di 180 giorni
L'amministrazione Trump ha deciso di rinviare la decisione sull'entrata in vigore dei dazi sulle automobili provenienti dall'estero,
in particolare da Unione europea e Giappone, concedendosi altri 180 giorni. Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, è arrivato
l'annuncio: Trump ha firmato una proclamazione presidenziale, con cui ha chiesto al rappresentante al Commercio, Robert Lighthizer,
di cercare degli accordi per risolvere la minaccia alla sicurezza nazionale rappresentata dall'importazione di auto. Durante
i negoziati, Trump potrà decidere se procedere con i dazi oppure rinunciare. La Casa Bianca aveva davanti a sé la scadenza
di domani, sabato 18 maggio, entro la quale decidere se imporre dazi sulle vetture e la componentistica auto. In base a un
rapporto del dipartimento del Commercio, Trump potrebbe appellarsi a esigenze di «sicurezza nazionale» per imporre i dazi.
Per legge, ora avrà altri 180 giorni per prendere una decisione. Trump ha annunciato anche che toglierà i dazi su acciaio e alluminio a Canada e Messico.
Deboli i semiconduttori, a Milano svetta Juventus
A Piazza Affari hanno sofferto le banche, che hanno risentito del clima di incertezza economico-politica, nonostante lo spread
abbia chiuso invariato rispetto a ieri a 278 punti, dai 285 di mercoledì. Sul fronte opposto, ha svettato Juventus (+1,72%),
dopo l'uscita a sorpresa dell'allenatore Massimiliano Allegri. In discesa i titoli delle società più sensibili al braccio
di ferro Usa-Cina come Stmicroelectronics, che paga ancora le restrizioni adottate dagli Stati Uniti verso Huawei insieme alle prospettive incerte per l'industria
dei semiconduttori tracciate da Nvidia a valle di una trimestrale migliore delle previsioni , ma sono soprattutto i finanziari
a incidere sul calo degli indici. In fondo al listino principale si sono piazzate anche Poste Italiane (-2,23%), che comunque guadagna circa il 50% dal minimo di 5,98 euro per azione toccato lo scorso ottobre, e Saipem (-2,46%). Bene invece Moncler (+1,33%), in recupero dopo i cali di ieri, e Buzzi Unicem (+0,55%), sostenuta dall'avvio della copertura da parte di Citigroup con rating "buy". Positivo l'andamento delle utility,
soprattutto quello di Enel (+0,7%), Terna (+0,72%) ed Hera(+0,12%), che già alla vigilia aveva accelerato dopo la trimestrale positiva. Recupero per Fca, che ha guadagnato quasi l'1%,
snobbando i dati auto: i dati Acea hanno confermato la fase difficile dell'auto in Europa, le immatricolazioni sono calate
dello 0,5% nell'area Ue-Efta in aprile rispetto allo stesso mese del 2018, mentre da inizio anno la flessione è del 2,5%.
Per il gruppo Fca invece c'è stata una contrazione del 3% sul mese e dell'8,8% nei 4 mesi.
Fuori dal Ftse Mib corre Centrale del Latte, giù Aeffe
Fuori dal listino principale ha accelerato Centrale Del Latte D'italia (+5,77%), che recupera terreno dopo la frenata precedente seguita al calo dei ricavi registrato nel primo trimestre, mentre
sono andate male Alfio Bardolla (-6,52%) e Aeffe (-6,13%), già in calo nei giorni scorsi dopo la trimestrale. In ribasso Garofalo Health Care (-4,39%), che ha comunicato le dimissioni dei consiglieri di amministrazione Cristina Finocchi Mahne, Tommaso Longhi e Flavia
Mazzarella. Intanto i riflettori sono già puntati sulla seduta di lunedì, quando 69 società quotate staccheranno le cedole,
di cui 21 sul FTSE MIB, più di metà del totale dei titoli del listino.
A passo rapido Sias e Autostrada Tomi
Viaggiano invece in controtendenza Sias e Autostrada Tomi sull'ipotesi di un accorciamento della catena tra le due società
del gruppo Gavio. Il Sole 24 Ore ha scritto che le banche d'affari sono al lavoro sul riassetto e che il progetto potrebbe
diventare concreto grazie anche all'appoggio del fondo infrastrutturale Ardian, dallo scorso anno socio dei Gavio a monte
della catena societaria che controlla le due quotate. In un colloquio con Radiocor, il presidente di Astm, Gian Maria Gros-Pietro,
ha del resto fatto capire che l'opzione è in fase di valutazione. «Avendo due società è una cosa da tenere d'occhio, anche
se al momento non c'è nulla», ha notato. «L'accorciamento della catena - è d'altra parte il ragionamento degli analisti di
Equita Sim - sarebbe un elemento positivo per il gruppo in termini di semplificazione della struttura, potenziali risparmi
e, nel caso di Astm, anche di eliminazione dell'holding discount di gruppo (20-25%). Considerata l'entrata del fondo Ardian
nel capitale di gruppo, riteniamo che l'accorciamento sia una opzione concreta nel medio periodo», concludono gli esperti.
In Europa banche deboli, recuperano auto, bene settore turistico
Sulle Borse europee tra le performance peggiori c'è stata quella del comparto finanziario, in particolare delle banche (-1,1%
l'Euro Stoxx 600 di settore), mentre le auto, che erano arrivate a perdere più del 2%, hanno limitato i cali attorno all'1%.
Positivo il comparto viaggi (+0,82%), nonostante il ko alla Borsa di Londra del tour operator Thomas Cook. La pubblicazione
della semestrale con perdite per 1,456 miliardi di sterline ha innescato vendite pesanti che ieri hanno fatto precipitare
le quotazioni del 14,7% e che oggi, sull'effetto del deciso taglio delle valutazioni da parte delle case di investimento,
portano il titolo a cedere un altro 40%. In recupero rispetto alla prima parte della seduta le auto: a Francoforte Volkswagen
ha ridotto i cali allo 0,65% e Daimler all'1,19%. A Parigi Peugeot è riuscita a chiudere sopra la parità (+0,05%) e Renault
ha finito a -0,6%. E' rimasta pesante Bmw (-5,07%), penalizzata dallo stacco cedola, così come il gruppo dell'assistenza sanitaria
Fresenius (-2,29%).
Sterlina ai minimi da tre mesi con stop negoziati May-Labour
Sul mercato dei cambi, euro/dollaro poco mosso a 1,1171 (1,1174 ieri in chisura). La moneta unica vale anche 122,52 yen (122,75),
mentre il rapporto dollaro/yen è a 109,66 (109,85). La sterlina continua a perdere quota e scivola ai minimi da febbraio dopo
che il partito laburista ha comunicato la rottura delle trattative con il Governo sulla Brexit. Il leader del Labour, Jeremy
Corbyn, ha scritto alla premier Theresa May per informarla che «le trattative sono arrivate fin dove potevano», ovvero possono
essere considerate concluse, a causa «della crescente debolezza e instabilità del Governo», accresciuta dalla mancanza di
fiducia «nella capacita» dell'esecutivo di arrivare a un qualunque accordo di compromesso«. La sterlina, già debole, è calata
ulteriormente e vale 87,49 centesimi per un euro, dagli 87,32 di ieri. Nei confronti del dollaro la moneta britannica perde
quota a 1,2763 (alla chiusura di ieri valeva 1,2798 dollari). Dal referendum sulla Brexit del 2016 a oggi la sterlina ha ceduto
piu' del 10% sul biglietto verde. «La vicenda tragicomica della Brexit prosegue», hanno commentato da parte loro gli analisti
di Commerzbank, mentre il mercato teme che la rottura delle trattative riporti sul tavolo l'opzione di una Brexit senza accordo
con la Ue.
Spread chiude stabile a 278 punti, Di Maio rassicura su debito
Chiusura su livelli invariati per lo spread BTp/Bund che si mantiene sotto la soglia dei 280 punti base, dopo il forte rialzo
dei giorni scorsi. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005365165) e il pari durata tedesco,
ha terminato la seduta a 278 punti, lo stesso valore del finale di ieri. In leggero calo il rendimento del decennale benchmark
che ha chiuso gli scambi al 2,68% dal 2,69% della vigilia. Il mercato resta quindi cauto e valuta le rassicurazioni arrivate
dal vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio: «Il tema non è lo spread in sé e neanche il 3%» nel rapporto deficit/Pil,
«il tema è quando si dichiara di sforare il 3% aumentando il debito pubblico e non facendo investimenti che aumentano la crescita
e quindi diminuiscono il debito». «Non è mai stato contemplato nel Contratto o altrove un aumento del debito: il M5S non voterà
mai una Legge di bilancio per aumentare il debito pubblico, per fare investimenti sì», ha aggiunto.
Eurozona: inflazione confermata all'1,7% annuo nel mese di aprile
Eurostat ha confermato che il tasso di inflazione annuale ad aprile è aumentato all'1,7% nella zona euro da 1,4% in marzo.
Un anno fa era all'1,2%. Nella Ue a 1,9% dopo 1,6% a marzo. Un anno prima era all'1,5%. In Italia era all'1,1%, stabile rispetto
a marzo (nell'aprile 2018 era a +0,6%). La prossima stima flash di Eurostat per maggio sarà pubblicata il 4 giugno.
Petrolio sale ancora: alta tensione Iran
Il barile di petrolio si rafforza ulteriormente dopo tre sedute consecutive di incremento dovuto alle tensioni originate dal
botta e risposta Usa-Iran sui sabotaggi di navi saudite nel Golfo. A questo si aggiungono gli attacchi a pozzi sauditi da
parte dei ribelli Houthi, vicini all'Iran, e la riposta di Ryad con raid aerei: il Wti giugno, in scadenza lunedì, scambia
a 62,96 dollari al barile, il contratto luglio a 63,05 dollari. Brent luglio a 72,48 dollari al barile. Sul mercato valutario,
l'euro è stabile sotto 1,12 dollari.
A Tokyo il Nikkei rimbalza ma resta prudenza
Rimbalzo per la Borsa di Tokyo incoraggiata dai positivi indicatori negli Stati Uniti, sebbene permangano preoccupazioni sull'evoluzione
della situazione internazionale con la disputa commerciale tra Usa e Cina. Al termine delle ontrattazioni l'indice Nikkei
dei titoli guida ha guadagnato lo 0,89% (187,11 punti) terminando a 21.250,09 punti ma si porta dietro sette sessioni negative
sulle nove più recenti. Il più ampio indice Topix ha registrato un progresso dell'1,09% a 1.554,25 punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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