NEW YORK - Huawei ha presentato un ricorso in un tribunale del Texas contro il governo americano. Nei documenti depositati nel tardo pomeriggio di martedì 28 maggio alla Corte Distrettuale Est del Texas il colosso delle tlc cinesi chiede alla giustizia di dichiarare incostituzionale il divieto imposto alle aziende Usa di acquistare le sue apparecchiature di rete. È l'ultima mossa della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, dopo l'ordine esecutivo di Trump che impedisce alle aziende americane di fare affari con società straniere che minacciano la sicurezza nazionale. E dopo la decisione del Dipartimento al Commercio che ha posto su una “black list” Huwaei e le sue società controllate, impedendo l'acquisto di tecnologia Usa e di fatto la possibilità di competere sul mercato americano.
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Divieti che danneggiano le ambizioni di crescita globale del campione cinese delle tlc, primo al mondo per le apparecchiaure
di rete e secondo per le vendite di smartphone.
I legali di Huawei chiedono alla corte di dichiarare incostituzionale il National Defense Authorization Act (Ndaa), convertito in legge dal Congresso l'estate scorsa, che impedisce di fatto alle agenzie federali e ai loro contractors di
utilizzare le apparecchiature di rete Huawei, per ragioni di sicurezza nazionale, citando i legami della società con il governo
e con l'intelligence cinese. La Sezione 889 di tale norma, appunto, vieta alle agenzie federali di utilizzare apparati di
tlc di Huawei e della sua rivale Zte. Nella legge sono citate entrambe le società. Huawei ha sempre negato di essere controllata dal governo o dai servizi segreti.
Il 16 maggio il Dipartimento al Commercio ha inserito Huawei in una black list con la quale vieta alle aziende americane di
vendere tecnologie o fare affari con la società cinese, una decisione che ha messo sottosopra il settore tech globale. Huawei
nega che le sue apparecchiature pongano minacce alla sicurezza nazionale e protesta contro Washington che con queste decisioni
starebbe in realtà di limitare il suo business. In questa battaglia di divieti e ricorsi si gioca il futuro del controllo di Internet e il dominio tecnologico per le nuove
connessioni superveloci a 5G.
Il responsabile dell'ufficio legale di Huawei, Song Liuping, sostiene che la legge è una violazione delle regole della libera
concorrenza che è stata «direttamente e permanentemente applicata a Huawei senza nessuna opportunità di contestarla o di evitarla».
«Questa è la tirannia del processo legislativo che la Costituzione americana proibisce», ha scritto il chief legal office
di Huawei.
La Corte distrettuale del Texas dell'Est ha messo in calendario la prima udienza della causa avanzata da Huawei contro il
governo americano il 19 settembre. Ci vorranno mesi per arrivare a una sentenza.
Pechino nei giorni scorsi aveva detto che avrebbe sostenuto le battaglie legali delle società cinesi a difesa del loro business
nel mondo, a partire da Huawei.
Il gigante delle tlc cercherà di accelerare il procedimento. Se la Corte dovesse darle ragione il governo americano sarebbe costretto a ritornare sui suoi passi. Tuttavia l'esecutivo
e i legislatori americani che hanno approvato il decreto si augurano che il tribunale rigetti il ricorso presentato da Huawei.
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