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Il salvataggio di Etruria costa 310 milioni extra alle banche

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Servizio |lettera di bankitalia

Il salvataggio di Etruria costa 310 milioni extra alle banche

A distanza di quasi quattro anni dal crac, il caso delle quattro banche risolte (Marche, Etruria, CariChieti e CariFerrara) continua a pesare sulle casse delle banche italiane. Nei giorni scorsi, secondo quanto raccolto dal Sole 24Ore, Banca d’Italia ha inviato a tutti gli intermediari italiani una lettera riservata: in essa è contenuta la richiesta di versare entro il prossimo 28 giugno un contributo extra al Fondo di risoluzione per complessivi 310 milioni. «Tenuto conto delle prossime esigenze finanziarie del Fondo nazionale di risoluzione - si legge nella lettera visionata dal Sole 24Ore - si rende necessario procedere al richiamo presso il sistema bancario delle annualità della contribuzione addizionale [...] per complessivi 310 milioni». L’anno a cui fa riferimento Bankitalia nella lettera è il 2017, e le contribuzioni dovute «saranno calcolate sulla base degli importi corrisposti per il 2019».

La richiesta di Via Nazionale non è un fulmine a ciel sereno, per gli istituti italiani. Ma per capire da dove nasca il nuovo “balzello” bisogna fare un passo indietro. E andare al novembre 2015, quando di fronte alla necessità di porre in risoluzione le quattro banche del centro Italia , il Fondo di risoluzione deve sborsare 3,7 miliardi circa, somma che viene coperta da un prestito ponte da 4 miliardi (di cui 3,9 effettivamente erogati) finanziato da un pool di banche italiane. A dicembre 2015 il sistema versa contributi ordinari e straordinari (in misura pari a tre volte l’importo annuale dei contributi ordinari) per 2,4 miliardi di euro circa, che però servono a rimborsare solo una quota del prestito ponte.

A dicembre 2016 mancano all’appello ancora 1,55 miliardi di euro: una somma che verrà rimborsata a maggio 2017, in parte attraverso un versamento di 310 milioni di euro, in parte mediante l’accensione di un nuovo finanziamento da 1,24 miliardi di euro con un periodo di ammortamento di quattro anni: la prima di queste quattro rate viene saldata l’anno scorso, a luglio, quando Bankitalia effettua il primo richiamo della contribuzione addizionale rispetto a quella ordinaria (come concesso dalla legge 208/2015), per un importo pari a 310 milioni di euro. Ad essa segue, quest’anno, il secondo richiamo, che permetterà di pagare la prevista seconda tranche del finanziamento acceso nel 2017.

A proposito delle 4 banche, e del veicolo Rev - bad bank che ha assorbito i crediti deteriorati - va segnalato che l’attuale finanziamento del veicolo (pari a 1,6 miliardi di euro alla fine del 2018) scadeva a maggio 2019. Come indicato nella rendiconto del Fondo di Risoluzione, il veicolo ha avviato la rinegoziazione del finanziamento con il pool di banche «per allineare la durata del passivo con l’orizzonte temporale di riferimento della strategia aziendale».

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