È arrivata la settimana più attesa dagli operatori. Almeno da quando le Borse hanno iniziato a recuperare terreno e i bond hanno proseguito il rally confidando che la banca centrale statunitense darà segnali concreti di una politica che torna a essere accomodante. Il meeting del Fomc della Fed e le parole che saranno pronunciate dal numero uno, Jerome Powell, daranno l’indirizzo almeno per il prossimo mese. L’attesa è molto alta e come spesso capita non è escluso che il mercato possa restare deluso. Ogni singola parola sarà attentamente soppesata.
La decisione della Fed prevista mercoledì
La due giorni del meeting del Fomc si conclude mercoledì 19. I tassi di riferimento si attestano al 2,25%-2,5% e tra le grandi banche centrali la Fed è l’unica che avviato una stretta
monetaria negli ultimi anni. «Non ci aspettiamo - spiega Giacomo Calef, country manager Notz Stucki - che la Fed effettui
un rialzo dei tassi, ma dalle dichiarazioni emergerà un'apertura riguardo alla possibilità di effettuare un taglio, a causa
della riaccensione delle diatribe commerciali con gli effetti negativi sull'economia.
Il peggioramento dei dati Usa è dovuto principalmente al venir meno dell'effetto dello stimolo fiscale, pertanto l'unico motivo per cui la Fed possa tagliare i tassi è legato all'inflazione, che al momento si attesta al di sotto del target del 2%».
È decisamente sorprendente che solo sei mesi fa la Fed aveva messo in conto almeno due rialzi dei tassi nel 2019 mentre oggi si parla di taglio. Il mercato punta che ciò possa avvenire in luglio. L’indice S&P 500 è salito negli ultimi giorni verso i massimi storici e il rendimento del TNote decennale è rimasto schiacciato poco sopra il 2% in attesa di segnali accomodanti. Il tutto nonostante la disoccupazione sia ai minimi da 50 anni e le paghe aumentino del 3,1% l’anno.
Alcuni dati chiave in Europa
La settimana è anche interessante per alcuni dati macro che riguarderanno l’area euro. Martedì è la volta dell’inflazione europea. «Un tasso di inflazione basso - continua Calef - conferma l'atteggiamento espansivo della Bce, che ha recentemente confermato
tassi a zero anche per i primi mesi del 2020, quindi anche oltre la scadenza del mandato di Draghi. Tale politica espansiva
è confermata anche dalle caratteristiche della prossima operazione Tltro a sostegno dell'economia reale ». Sempre martedì
è la volta dell’indice di fiducia dell’economia tedesca.
Venerdì altra data da segnare in rosso perché verrà diffuso l’indice Pmi dei servizi in Europa e l’indice Pmi manifatturiero, che dovrebbe risalire dal precedente 47,7. «Il rallentamento globale - conclude Calef - è dovuto principalmente all'Europa, in difficoltà soprattutto per la sofferenza del settore automotive e di quello bancario in Germania e della stagnazione italiana».
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