LE BOURGET - Si allarga da due a tre paesi il progetto di nuovo cacciabombardiere europeo Fcas lanciato da Francia e Germania. A bordo anche la Spagna. L’accordo è stato firmato ieri dalla ministra della Difesa francese Florence Parly con le omologhe di Germania e Spagna, all’apertura del salone aerospaziale di Le Bourget, davanti al presidente Emmanuel Macron.
Superscortato, Macron ha visitato l’area dei grandi jet di Airbus. A poche decine di metri di distanza il premier italiano, Giuseppe Conte, era nell’area prodotti di Leonardo, prima di passare agli stand di Aiad, Asi e dei distretti regionali animati dalle Pmi. Nella bolgia di Le Bourget Macron e Conte però non si sono incrociati. Per l’industria italiana un’apertura in tono minore, soprattutto perché la mossa franco-tedesca mette in evidenza la non decisione del governo italiano sui grandi progetti dell’aerospazio e difesa: in Europa si discute di realizzare un cacciabombardiere di sesta generazione, per partecipare bisogna mettere soldi per la ricerca e sviluppo.
Mentre l’Italia non decide, gli altri vanno avanti e occupano le posizioni migliori. L’anno scorso la Gran Bretagna ha lanciato il progetto Tempest con due miliardi di sterline fino al 2035, vi partecipano quattro industrie britanniche, compresa la parte elettronica Oltre Manica di Leonardo. Ma le fabbriche italiane non sono coinvolte. L’Italia sarebbe accettata nel Tempest, ma il governo Lega-M5S non ha preso decisioni.
Davanti a Macron è stato presentato il modello del velivolo franco-tedesco, che verrà sviluppato da Dassault e da Airbus (ramo tedesco). Le due aziende hanno presentato una proposta industriale ai governi per la prima fase dimostrativa, fino a metà del 2021, coinvolte altre aziende francesi e tedesche. Il volo inaugurale è previsto nel 2026, l’operatività dal 2040. Di fronte a queste mosse, le parole di Conte (l’aerospazio è un settore «a cui guardiamo con molta attenzione»), appaiono mere affermazioni di principio. «L’aerospazio è un comparto in cui abbiamo punte di innovazione tecnologica incredibili, punte di eccellenza. (…) Per ogni euro investito abbiamo un ritorno notevole, l0occupazione sempre in crescita, così come l’export».
Davanti a Conte i vertici di Leonardo hanno tolto il velo al primo modello (un mockup) del nuovo drone per sorveglianza Falco Xplorer. «È il più grande velivolo senza pilota mai realizzato da Leonardo», ha detto il gruppo. Pesa 1,3 tonnellate, ha autonomia di 24 ore e può trasportare 350 kg. Fabrizio Boggiani, manager della divisione elettronica, ha spiegato che il gruppo ne ha «costruito uno ed è in corso la produzione del secondo, a Ronchi dei Legionari. Il velivolo non ha ancora volato. Le attività di volo cominceranno nelle prossime settimane a Trapani, la certificazione è prevista entro l’anno». Non ci sono ancora clienti. Delle versioni precedenti, Falco e versione Evo, «ne sono stati venduti oltre 50».
Conte si è intrattenuto con il presidente Gianni De Gennaro e con l’ad di Leonardo Alessandro Profumo, che non hanno fatto dichiarazioni. Leonardo espone anche l’M-346 armato, l’addestratore più piccolo M-345, l’Aeronautica ne ha ordinati 18, un elicottero A139 dei vigili del fuoco e il mini-elicottero drone Hero. La crisi del 737 Max fa sentire gli effetti su Boeing, che ha annunciato solo un ordine, di Gecas, per 10 737 convertiti in cargo. Airbus si avvantaggia, ha annunciato un ordine per vendere 14 A330-900neo a Virgin Atlantic per 4,1 miliardi di dollari e il lancio dell’A321Xlr per voli transatlantici. Airbus ha anche venduto 4 A321Xlr a Mea per 500 milioni e ha firmato una lettera d’intenti con Air Lease per 100 aerei (di cui 27 A321Xlr) del valore di 11,1 miliardi a listino.
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