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Tremonti: «Libra, la moneta di Facebook, cambia le regole del…

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Tremonti: «Libra, la moneta di Facebook, cambia le regole del gioco»

«È una application arrivata quasi prima del previsto della profezia di Goethe: i biglietti alati voleranno più in alto di quanto la fantasia umana per quanto si sforzi possa raggiungerli. Nel caso i biglietti alati sono le “Libre” di Facebook». Giulio Tremonti usa i suoi codici per interpretare l'annuncio fatto dal colosso americano sull'avvento della nuova criptovaluta globale. Nel suo libro “Le tre profezie” (ed. Solferino) – la prima di Marx, la seconda di Goethe e la terza di Leopardi - il professore interpreta quanto di inquietante sta succedendo. La seconda profezia: «Il regno è fallito ed è proprio in questa drammatica circostanza che, veicolata da Faust, si fa strada l'idea di Mefistofele: secondo il diritto romano, ciò che è nel sottosuolo appartiene di diritto al sovrano. In base a questo principio, il sovrano non deve estrarre l'oro che c'è nel sottosuolo, gli basta dire che c'è, e tutti gli daranno fiducia, accettando i pezzi di carta che vengono così a incorporare la sua parola, concretizzando una cambiale mefistofelica».

È di nuovo così nella realtà del tempo presente: «E come Faust e Mefistofele insieme spiegano al sovrano, questo è un esercizio che si può ripetere all'infinito, con una magia che permette di creare ex nihilo una ricchezza di tipo nuovo, immateriale e infinita, come nel libero volo dei “biglietti alati”». E va oltre: «Questa profezia non è stata solo sulla creazione delle banconote (“i biglietti alati”), ma in generale sul potere che può essere sprigionato da tutte le cambiali mefistofeliche». E non è una storia nuova. Goethe era stato ministro del Tesoro del Granducato di Weimar a fine ‘700, e quasi per ironia sulle banconote della seconda tragica Weimar era stampato proprio un suo un suo verso: “Abbi fiducia in me, credi in me”. Questa la profezia che entra in modo drammatico nel tempo presente. Quasi per beffa della storia

Tremonti cita una sentenza della Corte di Giustizia europea del 2015, in cui si legge chiaramente come i Bitcoin, antesignani della nascitura Libra, sono equiparati alle monete ufficiali. «E' la prima volta nella storia che si ammette che una moneta possa essere emessa da un'entità non statale! Se fossimo a Bisanzio, dove si ruppe la linearità del diritto romano, si dovrebbe dire che la Libra si tratta di una quasi-moneta, ma pur sempre di una moneta». Ed è qui, per il professore, che il percorso si riaggancia alla profezia: «Per millenni la dialettica è stata tra l'Imperatore - la politica - e Creso - la ricchezza. Finora era l'Imperatore a prevalere. Oggi la partita va nella direzione opposta». Nel vecchio sistema c'era una componente di “realità”: «Sotto la banconota si pensava che ci fossero le riserve d'oro e poi comunque i governi. Questa è la stata la base del capitalismo moderno. Una base che oggi va a rompersi con l'avvento della coppia globale + digitale. La ricchezza esce tanto dai confini degli Stati quanto dai confini della realtà per entrare in altri domini. Era facile prevederlo».

“Sotto la banconota si pensava che ci fossero le riserve d'oro e poi comunque i governi. Questa è la stata la base del capitalismo moderno. Una base che oggi va a rompersi con l'avvento della coppia globale + digitale”

Giulio Tremonti 

Il richiamo è ad un suo libro del 2014, “Bugie e Verità” dove già Tremonti prevedeva l'emergere delle “Repubbliche digitali” come forma nuova degli Stati, con le loro autostrade informatiche e con le loro monete, con le loro piazze democratiche. Tutto si tiene, allora: «È un processo che richiama la rivoluzione francese, quando si bruciava tutto il vecchio e si erigevano gli alberi della libertà avviando la fulminazione delle vecchie politiche. Tuttavia con l'avvento delle Repubbliche digitali sempre più ci si avvicina all'immagine premonitrice che si trova nella Montagna Incantata di Thomas Mann, L'anima dello Stato è il denaro... ma solo fino a che non è raggiunta la completa demonizzazione della vita». A proposito di demonizzazione le dice niente il Canto trentesimo dell'Inferno di Dante, di Mastro Adamo, «che non solo conia moneta false ma falsifica il sigillo del Battista, che era il marchio della pubblica legittimità? È vero che un tempo la ricchezza era creata e gestita dai banchieri, dai Fugger e dai Medici, ma poi sono venuti gli Stati. Ora sembra che si compia un inquietante opposto cammino che non dobbiamo percorrere. Certo dobbiamo reinventare la politica».

Quindi il quadro che emerge è l'erosione del potere degli Stati e un aumento del potere della Rete. Rispetto a tutti i questi fenomeni la moneta europea quali rischi corre?

«A seguire il dictum della Corte Europea che ha sdoganato i Bitcoin come valuta-sorella dell'euro non mi pare sia un buon punto di partenza! Nessuna critica ma l'impressione è che per suo conto la Bce sia costretta a gestire problemi nuovi con strumenti vecchi. Prendiamo il caso dell'inflazione. Non è questione di ridurla o di crearla, è che l'inflazione non c'è più, non ci sono gli operai, c'è il commercio elettronico, è un po' come il caso dei generali francesi schierati sulla linea Maginot che ignoravano la forza politica del motore a scoppio. Metti il computer al posto del motore e avrai pari effetti di spiazzamento. È un mistero pure quello dei tassi: sono dei tassi zero o sotto zero. Sono uno stimolo o sono l'opposto del capitalismo? Per Marx quando i tassi sarebbero arrivati a zero sarebbe stata la fine del capitalismo». Sul fronte dei tassi ci sono molti strumenti… “Tltro II e Tltro III: ci si presenta come una produzione neverending di sigle a mezzo sigle. La pensava un po' diversamente Einaudi, secondo cui una crisi non si risolve con commutatori cartacei simili a quelli che l'hanno creata. Tanto per essere chiari: le cause origine della crisi non sono state rimosse, il tasso di rischio crisi si è nel frattempo accumulato e questa è stata ed è la colpa di chi ha governato dopo il 2011, ignorando tutto quanto era stato suggerito. Questo il limite della politica che c'è stata e c'è ancora». Insomma, «nel bilancio tra potere politico e massa finanziaria io credo nel potere politico, ma bisogna notare che in questo momento la seconda batte il primo dieci a zero».

Ma ci sono rischi per le banche? «Per evitare un drammatico spiazzamento del sistema bancario, per esempio perché non mettere l'Iva su Libra? Sarebbe un caso in cui dalle clausole di salvaguardia uscirebbe qualcosa di buono».

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