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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 10:00.

Ne è passato di tempo dal film di Visconti Rocco e i suoi fratelli, che dalla Basilicata arrivano a Milano per poi perdersi nella città che si faceva metropoli industriale. I sassi di Matera, da luogo di intervento di comunità di Adriano Olivetti, sono oggi patrimonio dell'Umanità. A Melfi negli anni 80 è atterrata la Fiat, in quello che è diventato il suo più importante stabilimento italiano. A cavallo del secolo sono atterrati Eni, Shell, Total, interessati allo sfruttamento del più importante giacimento petrolifero su terra ferma d'Europa. Si rappresentano le identità, i luoghi e le bellezze di questa periferia mediterranea nel film Basilicata Coast to Coast.

Verrebbe da dire: è fatta. Ascoltando i sussurri dei suoi 129 comuni polvere attorno a Potenza e Matera, guardando i numeri sullo sviluppo, prende il disincanto. Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni è del 37,6% e i Neet, quelli che non lavorano o studiano, nel 2010 sono aumentati di 6mila unità. Gli altri, i nipoti di Rocco e i suoi fratelli, continuano a prendere la strada verso Nord. La Basilicata oggi è un laboratorio industriale, sociale e politico: attratti gli investimenti e le opportunità sul territorio, si deve riuscire a farne un processo di socializzazione produttiva, un bene territoriale che cambi il futuro.

Diventano questioni la creazione di un ceto medio industriale locale, mettere in rete scuola, università con i big players e se le royalty del petrolio, che vanno in parte a regione e comuni, riescano a tenere assieme l'hard economy dell'estrazione con la soft economy dell'agricoltura, dei parchi, del turismo in una compatibilità territoriale. Vanno nella direzione del mettersi in mezzo la costituzione presso Confindustria Basilicata della rete Automotive Italia, promossa con Confindustria Campania e Confindustria Chieti (in un raggio di soli 250 km tra Basilicata, Campania e Abruzzo si realizzano 2/3 della produzione nazionale di autoveicoli) cui aderiscono 56 aziende, 19 lucane, 13 abruzzesi, 24 campane, per un totale di dipendenti superiori alle 6000 unità.

Con un'intesa tra regione e università si sta realizzando un campus per l'innovazione tecnologica e per la formazione di ingegneri dell'auto.
Anche 33 imprese del settore Oil&Gas hanno sottoscritto un contratto di rete, rete Log. I sindacati puntano a realizzare contratti di sito che garantiscano regole contrattuali lungo il ciclo dell'estrazione petrolifera. Dal punto di vista dei saperi è nata Assoil School, finalizzata alla formazione tecnico-scientifica nel mondo dell'estrazione petrolifera. Con le risorse delle royalties i comuni favoriscono progetti nel turismo, nell'agricoltura, nell'artigianato. Il confronto tra big players atterrati sul territorio, regione e università, ha delineato percorsi per l'irrobustimento di un distretto dell'automotive e dell'energia. Rimane aperta la questione su come condividere con i comuni queste opportunità. L'unico modo per farlo sarà svuotare i numeri che rimandano alla valigia di cartone di Rocco e i suoi fratelli.

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