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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2012 alle ore 10:17.

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Il grande rammarico? Aver rinunciato alle Olimpiadi del 2020 «un sogno al quale avevo creduto, resta l'amarezza anche perché, come ha detto lo stesso premier Monti, si trattava di un progetto vincente».

A poche settimane dall'ingresso nella squadra di Giorgio Squinzi come vicepresidente con delega allo Sviluppo, Aurelio Regina fa un bilancio dei suoi quattro anni alla guida degli industriali di Roma e dell'anno e mezzo al vertice di Unindustria (l'associazione nata nel gennaio 2011 che riunisce le territoriali di Roma, Rieti, Frosinone, Viterbo, resta fuori Latina). Regina parla anche del prossimo sindaco di Roma, delle preoccupazioni per gli effetti della spending review sulla regione, dell'emergenza rifiuti che rischia di trascinare la città nel caos.

Partiamo da Unindustria.
Sono stati anni intensi, e molto interessanti, abbiamo dato vita ad un progetto innovativo per il sistema con l'obiettivo di superare egoismi e mettere in comune eccellenze, idee, punti di forza. Abbiamo offerto una visione a questo territorio, lo abbiamo fatto nel rispetto dei ruoli e proponendo tante cose che sono diventate realtà: dall'ammodernamento della rete elettrica alla prima fase del Piano di cablatura della città.

Il testimone passerà nelle mani di Maurizio Stirpe designato la scorsa settimana a guidare Unindustria.
Sono molto felice che la Giunta abbia indicato Stirpe quale prossimo presidente. Un imprenditore con grandi qualità umane, professionali e associative che ha seguito fin dalla nascita il progetto Unindustria. Adesso toccherà a lui consolidarla ed esplicitarne al meglio le potenzialità. È un processo molto giovane, noi siamo Unindustria da appena un anno e mezzo e siamo diventati modello di riferimento per l'ammodernamento del sistema di rappresentanza delle imprese. Dovrà essere una presidenza anche molto pragmatica, che continui l'opera di innovazione avviata. Mi auguro, ma ne sono certo, che il presidente Stirpe, continuerà il progetto di semplificazione del sistema per renderlo più funzionale alle aziende anche avvicinando altre realtà della rappresentanza industriale nella nostra regione.

Sullo sfondo la crisi durissima.
Purtroppo nel Lazio per il 2012 si stima un calo dell'1% del Pil regionale, ma ci auguriamo, e lo spero fortemente, che il cambio di segno si realizzi nel 2013 con un +0,5%. In questa fase soffriamo il calo della domanda interna e della domanda pubblica che sta frenando. E in questo senso la spending review, certamente necessaria per rendere più efficiente la spesa, avrà effetti sulla domanda pubblica e impatti recessivi. Da questo punto di vista qualche preoccupazione c'è. Ma, detto questo, la nostra economia è sana e regge nonostante le sue difficoltà.

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