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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 10:37.

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«La Puglia, in uno scenario in cui l'Istat stima nel 2012 una flessione del Pil del 2,5%, sta resistendo - spiega l'economista Federico Pirro, uno dei più acuti analisti dell'economia meridionale -. Un tasso di crescita delle esportazioni anche nel primo semestre 2012 dell'11,3%, superiore alla media nazionale, mentre nel 2011 un aumento dell'export del 17,9%, superiore alla media nazionale dell'11,4% e meridionale del 9,6%, ha consentito ad esso di toccare il picco storico di 8.159 milioni e alla regione di essere al primo posto in Italia per tasso di crescita e all'undicesimo per volume complessivo in valore».

Il sistema economico regionale, dunque – nonostante criticità settoriali, territoriali e occupazionali – sta mostrando buone performance. E anche i dati sul mercato del lavoro, che sono meno deficitari che altrove, lo dimostrano. Il tasso di disoccupazione della regione nel 2011 è stato del 12,7%, a fronte del 13,5% del 2010. Nel primo trimestre 2012 è salito al 15,3%, a una media molto inferiore però a quella del Sud, a causa di una contrazione significativa del settore dell'edilizia e di alcuni servizi, ma non dell'industria manifatturiera che ha continuato a tirare, come dimostrato dall'incremento dell'export nel primo trimestre, pari al 10 % rispetto al 1° trimestre del 2011. Anno che per la Puglia - secondo dati ufficiali dell'Istat – si è chiuso con 12mila occupati in più rispetto al 2010, risultando così la 5° regione di Italia, dopo Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Abruzzo, per incremento occupazionale. Il tasso di occupazione è salito dello 0,4%, portandosi al 44,8% rispetto al 44,4% del 2010.

«Probabilmente – aggiunge Pirro – questi risultati sono stati resi possibili dalla collaborazione istituzionale che qui si sta vivendo sin dall'epoca della presidenza Fitto e dal lavoro della Regione stessa che, solo nel comparto industriale, ha impegnato e in parte speso fondi comunitari 2007-2013 per 1,4 miliardi di cofinanziamenti per contratti di programma, Pia-Pacchetti integrati di agevolazioni, imprese innovative, e via dicendo. L'importante è vedere e analizzare l'insieme e non la singola realtà in crisi: qui l'impresa c'è ed è viva. Così come ci sono le condizioni di contesto favorevoli e le risorse comunitarie da impiegare». «Mi verrebbe quindi quasi di rivolgere un appello agli imprenditori di altre parti d'Italia e del mondo – conclude l'economista – : venite in Puglia a investire, vi aspettiamo a braccia aperte».

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