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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2013 alle ore 21:07.

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Anche le piccole si "armano", reagendo alla crisi, per aprire alle imprese italiane la strada verso l'internazionalizzazione. A un anno dalla sua costituzione, il Gruppo Fiere in Rete Aefi rilancia i suoi obiettivi, con lo sguardo puntato alle Pmi. Fiere in Rete è la più grande area espositiva italiana: 670mila metri quadrati dislocati in 19 quartieri fieristici, tra cui Piacenza, Bergamo, Brescia, Riva del Garda, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Carrara, Cesena.

Tutte insieme impiegano 260 dipendenti complessivi. E generano un indotto di 700 milioni di euro. Il gruppo Fiere in Rete è stato fin da subito partecipato da diverse fiere italiane tra cui Piacenza Expo, Bergamo fiere, Fiere di Reggio Emilia, Longarone fiere, Fiera millenaria (a Gonzaga, Mantova), Modena fiere, Riva del Garda fiere e congressi, Lario fiere, Brescia fiere, Fiera della Sardegna, Pordenone fiere, Ferrara fiere, Carrara fiere, Cesena fiera, Fiera di Forlì, Fiera Bolzano, Fiere delle Marche e molte altre, che volta per volta, si aggiungono al progetto.

"L'iniziativa non è figlia della crisi. Bensì dell'unicità – spiega Davide Lenarduzzi, coordinatore della Commissione piccole e medie fiere e direttore generale di Piacenza Expo - del sistema italiano, composto da grandi e piccoli quartieri fieristici, dove non è la dimensione a discernere la qualità. Lo dimostrano alcuni asset economici fondamentali per il paese rappresentati in piccoli quartieri, come le attrezzature per gli sport invernali a Bolzano (Prowinter), le calzature a Riva del Garda (ExpoRiva Schuh), il marmo a Verona, il bovino a Cremona, il florovivaismo a Padova (Flormart). Così in Germania, dove oltre a Francoforte con i suoi 500mila metri quadrati, c'è Offenbach, dai 18mila metri". A mancare, in Italia, era un focus forte in grado di sviluppare le piccole fiere.

Fiere in Rete offre alle aziende espositrici un'unica centrale di acquisto di servizi e forniture; permette di fare massa critica per attività di marketing, comunicazione e pubblicità, offre una visione globale sulle macro-dinamiche economiche. E agevola contatti e accordi in grado di attrarre buyer dall'estero. "I vantaggi delle piccole fiere? Per le Pmi espositrici, non dovere creare grandi eventi su grandi spazi espositivi. Per i buyer, trovare esposizioni specifiche e omogenee, senza perdere tempo in padiglioni non inerenti al loro business", dice Lenarduzzi. "I più lungimiranti – aggiunge - hanno capito che oggi c'è bisogno, soprattutto nel b2b, di eventi mirati, facilmente fruibili, con ritorno certo degli investimenti". Il sogno nel cassetto? Organizzare un evento itinerante che consenta ai buyer internazionali di visitare l'Italia scegliendo tra luoghi e padiglioni contemporanei che rappresentino tutto il tessuto produttivo del Paese: "Consentirebbe alle nostre imprese una più alta rappresentatività nel territorio, generando al tempo stesso un ampio indotto turistico", commenta Lenarduzzi.

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