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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 06:43.

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Puntare sulla tecnologia e, in particolare, sulla robotica con l'obiettivo di creare, entro un biennio, due società spin-off. Entrambe grazie alla collaborazione con l'Iit. È il percorso avviato dal gruppo genovese Ipa Industries, guidato da Gian Federico Vivado e David Corsini. La compagine raggruppa due distinte realtà: Btp Tecno (fatturato di 115 milioni l'anno, che diventano 130 se si aggregano i ricavi di alcune società partecipate), specializzata in telecomunicazioni e medicale e Telerobot (fatturato 30 milioni), impegnata nella progettazione e costruzione di macchine e sistemi per l'automazione dei processi produttivi.
«Attraverso Btp - afferma Vivado - stiamo impegnandoci a fondo, con Iit, nel campo della fisioterapia e riabilitazione robotica, in particolare quella di polso e braccio e quella della caviglia. L'Iit ha sviluppato la ricerca applicata e noi abbiamo finanziato un progetto di 18 mesi legato al prototipo che era stato costruito con i fondi dell'Istituto. Il nostro obiettivo è ottimizzare i macchinari per il mercato. Abbiamo individuato medici e fisioterapisti per provarli e dare indicazioni di miglioramento; abbiamo fatto una ricerca per capire quali sono le reali necessità e, alla fine del percorso, che è arrivato a metà, creeremo una spin-off per la produzione».
Il supporto robotico per polso e braccio e la piattaforma per la caviglia consentiranno ai pazienti in riabilitazione di avere a disposizione macchinari capace di assolvere a tutti i compiti del fisioterapista e di monitorare i progressi fatti. «Penso - dice Vivado - che la commercializzazione possa avvenire nel giro di un anno, massimo 18 mesi».
Telerobot, invece, è impegnata in uno dei progetti più famosi dell'Iit: il robot umanoide iCub. «L'azienda - spiega Vivado - è tra i fornitori e partner dell'Istituto e siamo in grado di realizzare tutta la parte meccanica dell'umanoide: abbiamo già costruito qualche decina di iCub. L'obiettivo, anche qui, è di creare una spin-off, non tanto per vendere l'intero robot, che ad oggi interessa solo a centri di ricerca, ma la sua componentistica, che è molto tecnologica. Ad esempio, le braccia e le mani, che hanno raggiunto una finezza di movimento finora impensabile, possono essere utilizzate, da sole, in ambienti ostili. Interessante anche la pelle artificiale e i micromotori del robot, che lavorano con una precisione e una forza finora sconosciute. La proprietà intellettuale resterà all'Iit, ma noi speriamo di poter arrivare a commercializzare la componentistica entro il 2014».

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