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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 16:13.

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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una rivoluzione nel modo di fare ricerca e di promuovere l'innovazione. Grazie ad organismi quali i Poli di Innovazione imprese, Atenei e Centri di ricerca mettono in comune conoscenza e professionalità per innovare nei processi e nei prodotti.
Due sono gli ingredienti del successo di queste nuove entità: la disponibilità di risorse che alimenta e sostiene la capacità progettuale della rete; il riconoscimento tangibile dell'importanza del ruolo dei soggetti gestori chiamati a svolgere un compito insostituibile di indirizzo, coordinamento e gestione delle linee strategiche del Polo.
Grazie a questo modello si crea un rapporto molto stretto fra gestori e soggetti che aderiscono al Polo.
L'esperienza dei Poli di innovazione soprattutto Piemontesi, deve aver ispirato il Miur (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca) nel momento in cui ha deciso di dar vita ai nove Cluster tecnologici Nazionali.

I Cluster sono nati; i progetti pure. Occorre superare in fretta l'attuale fase di stallo per consentire alle aziende di avviare i progetti prima che diventino obsoleti.
Il finanziamento dei progetti non è l'unica questione a cui dar seguito in tempi rapidi. Occorre interrogarsi sul futuro dei Cluster Nazionali; sul ruolo che sono chiamati a svolgere all'interno delle politiche nazionali e regionali.
I Cluster Nazionali sono a vario titoli degli organismi molto fragili ma con grandi potenzialità.
Dispongono infatti dei requisiti di rappresentatività sufficienti per diventare degli incubatori di progetti con buone possibilità di successo sui bandi europei.
Non va trascurata inoltre la possibilità di utilizzare i Cluster come Agenzie del Miur. Una sorta di interlocutori privilegiati nelle materie di competenza.

Per consentire ai Cluster di svolgere questi compiti, l'attuale disciplina deve essere profondamente ripensata. Il ruolo dei gestori deve essere sostenuto finanziariamente: occorre garantire continuità nel finanziamento dei progetti di ricerca anche al fine di assicurare un coordinamento sempre più stretto tra le necessità delle imprese e le scelte strategiche del Cluster.
Il Paese si è dotato di uno strumento che se ben utilizzato può contribuire ad accrescere la nostra capacità di ricerca. In questo come in altri campi confidare nell'intraprendenza e nella buona volontà dei singoli non è sufficiente. Occorre dotarsi di strumenti ben strutturati anche dal punto di vista finanziario; fissare degli obiettivi e chiedere a tutti, pubblici e privati, il massimo impegno nel perseguirli.

Responsabile Mesap
(Polo della Meccatronica e dei sistemi avanzati di produzione)

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TAG: Cdl, Miur

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