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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 16:45.

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Assorbire, con una spugna, l'inquinamento provocato in mare dal petrolio. Sembra una soluzione da fumetti e invece si può fare. Lo ha dimostrato l'Iit, i cui ricercatori, grazie all'utilizzo di nanotecnologie, sono riusciti a ideare una spugna, manovrabile con campi magnetici, capace di assorbire gli oli, versatisi in seguito a incidenti navali o industriali, separandoli dall'acqua e fornendo così una soluzione nuova al problema dell'inquinamento idrico.

Il materiale è stato ideato dal gruppo Smart materials, coordinato da Athanassia Athanassiou, al Center for biomolecular Nanotechnologies (Cbn) dell'Istituto italiano di tecnologia presso l'università del Salento, a Lecce. La nuova spugna è realizzata con materiali economici e processi nanotecnologici facilmente riproducibili su scala industriale. Il materiale di base è, infatti, la schiuma di poliuretano, comunemente usato per il confezionamento degli imballaggi e per l'isolamento termico, il quale è trattato con nanoparticelle di ossido di ferro e di Teflon, che gli permettono di acquisire proprietà magnetiche nonché di respingere l'acqua e assorbire oli.

(R.d.F.)

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