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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 11:18.

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«Prenda, provi ad allungarla». Lo facciamo, non ci pare granché, estendere una molla non sembra complesso. Ma il "miracolo" avviene dopo, quando riscaldandola si contrae con forza, tornando nella posizione originaria. Potenza delle leghe a memoria di forma, ultima frontiera per Saes Getters, multinazionale basata alle porte di Milano, tra i leader mondiali nel business dei materiali avanzati.

Distretto nato formalmente in Regione nel 2003 (ma mai decollato concretamente) per rappresentare un'area vasta di centinaia di aziende che operano nei segmenti più disparati: dai compositi a matrice polimerica ai materiali nano-strutturati, dal grafene ai materiali ceramici, dal vetro elettroluminescente ai film elettrochimichi. Attività che le aziende sviluppano in stretta collaborazione con le Università e i centri di ricerca, come Politecnico di Milano, Bicocca, Cnr. «Senza di loro semplicemente qui a Lainate non potremmo sopravvivere – spiega il presidente di di Saes Getters Massimo Della Porta – l'80% di ciò che facciamo è legato ad alleanze e collaborazioni». Il gruppo, in passato leader mondiale negli estrattori di vuoto per i tubi catodici, ha saputo nel tempo cambiare pelle evitando così di essere travolta dalla rivoluzione degli schermi piatti. «Svolta "multitecnologica" non semplice – spiega l'ad – ma realizzata spendendo fino al 12% dei ricavi in ricerca e impegnando in questa attività oltre 100 persone». I risultati sono sintetizzati in quasi 400 brevetti attivi e nuove applicazioni che spaziano dalle tecnologie Oled (diodi organici ad emissione di luce) alle leghe a memorie di forma.

Che grazie alle loro caratteristiche di superelasticità e alla capacità di recuperare la forma originaria a determinate temperature hanno impieghi sterminati: dall'automotive all'aeronautica, dagli elettrodomestici al biomedicale, con la possibilità di realizzare ad esempio valvole cardiache capaci di sopportare 800 milioni di cicli. La lista dei clienti è vasta e comprende tra gli altri i big dell'aerospazio, tra cui la Nasa, oppure i maggiori gruppi dell'automotive in Germania e negli Usa. Fondamentale è anche il connubio con la "vicina" Stmicroelectronics, che ad esempio, proprio grazie a nuovi componenti Saes Getters, è riuscita a fornire ad Apple i "mems", giroscopi che hanno cambiato volto al mondo dell'elettronica. «La collaborazione è cruciale – spiega Della Porta – e insieme a loro stiamo sviluppando nuovi stabilizzatori di immagini per le telecamere dei telefonini, sviluppi che a breve andranno sul mercato. Le alleanze nel distretto sono cruciali, come ad esempio il laboratorio congiunto che stiamo sviluppando con il Politecnico di Milano e un'azienda di componentistica per elettrodomestici: tra poco ci saranno frutti importanti». I legami virtuosi con le Università sono evidenti anche nella storia di Directa Plus, impegnata all'interno del parco scientifico tecnologico ComoNext nella produzione e nello sviluppo di nuove applicazioni per il grafene, unico laboratorio di questo tipo in Europa. «Prima eravamo negli Usa – racconta l'ad Giulio Cesareo – ma poi la presenza di ricerca e laboratori di alto livello tra Politecnico e Bicocca ci hanno convinto a venire qui».

L'azienda, basata a Lomazzo, ha già depositato 13 brevetti e altrettanti sono in fase di approvazione. Lo scorso anno ha investito 1,2 milioni in ricerca con risultati già visibili. «Vede – ci mostra Cesareo – un grammo di questo materiale può trattenerne 80 di petrolio». La polvere nera versata nella bacinella opera il "miracolo" e assorbe il bicchiere di olio versato in precedenza nell'acqua, applicazione che la scorsa settimana è valsa all'azienda la "vittoria" in un bando Ue, con fondi potenziali per 429mila euro. Ma le applicazioni del materiale creato da uno strato monoatomico di carbonio sono numerose: dal miglioramento delle caratteristiche delle gomme alle vernici anticorrosive, dai filtri per eliminare pesticidi ed erbicidi agli inchiostri per circuiti integrati. Il business plan prevede già quest'anno un milione di ricavi e 6-7 assunzioni, «ora ci servono le fabbriche – spiega Cesareo – e per noi l'obiettivo è restare qui». La svolta potrebbe arrivare a breve, grazie ad un accordo con un big degli pneumatici, situazione analoga sperimentata dalla "vicina" MicroEnergy, insediata a ComoNext, in trattative avanzate con una multinazionale degli elettrodomestici per nuovi sviluppi nei forni a microonde. L'idea del fondatore Francesco Mascia, per la quale c'è già domanda di brevetto, è utilizzare scarti di lavorazione nella metallurgia del rame per nuove applicazioni nel riscaldamento a microonde, assorbimento e schermaggio elettromagnetico. «Ad oggi siamo quattro – spiega Mascia – ma l'idea è almeno triplicare le dimensioni entro tre anni».

La presenza all'interno di ComoNext è stata utile all'azienda nella fase iniziale di stesura del business plan mentre a dicembre il fondo che opera in sinergia con il parco, ComoVenture (socio anche di DirectaPlus), è entrato nel capitale della start-up con una quota del 40%. L'attivismo delle imprese nei materiali avanzati è evidente anche nei risultati dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, che in questo settore ha creato un dipartimento ad hoc. «Il rapporto con le aziende ci aiuta tantissimo – spiega il direttore Marco Martini – e garantisce un budget nell'ordine dei 5 milioni». Fondi adeguati per supportare diverse linee di ricerca che coinvolgono Pmi del solare o della plastica ma anche big come Pirelli ed Eni, rispettivamente nel campo delle prestazioni dei battistrada e delle celle solari con materiali organici. L'ateneo nelle prossime settimane metterà anche a disposizione due borse di studio per il dottorato "industriale" in Scienza dei Materiali organizzato in collaborazione con Pirelli, erogazioni di 13.638 euro annui che coprono la durata triennale del dottorato. Impegno rilevante nel settore anche per il Politecnico di Milano, attivo con due spin off nei trattamenti superficiali e al titanio e presente in numerosi progetti con aziende.

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