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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2013 alle ore 17:55.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2013 alle ore 10:53.

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Dialogare. «È attorno a questa attività semplicissima, eppure così difficile da mettere in pratica in modo strutturato, che si gioca la partita dello sviluppo tecnologico».

Ne è convinto Paolo Moscatti, presidente di un'azienda - laboratorio leader di mercato nei test su materiali, prodotti e processi e nella failure analysis, la Tec Eurolab di Campogalliano, nel bivio strategico tra l'A1 Milano-Napoli e l'A22 del Brennero. Un concentrato di competenze e tecnologie – dai macchinari a Rx e a ultrasuoni per testare i materiali alle prove di corrosione accelerata in ambienti ostili – nato vent'anni fa sull'onda delle nuove certificazioni richieste dall'Ue e progredito via via in centro di problem solving, cui sono l'anno scorso si sono rivolte 1.450 aziende, perlopiù meccaniche, di tutta Italia e non solo.
Dialogare è la parola chiave di un "porto dell'innovazione" come si autodefinisce Crit Research, società privata di Modena specializzata nell'informazione tecnologica, nel brokeraggio scientifico e nell'innovazione collaborativa, creata a inizio Millennio da 14 big manifatturieri e oggi partecipata da 26 aziende del calibro di Alstom, Beghelli, Cnh, Ferrari, Gd, Sacmi, Technogym, Tetra Pak. Aziende singolarmente forti nella R&D, con grossi centri ricerca interni, ma che hanno sentito la necessità di allearsi in nome del dialogo: con partner e università per risolvere problemi e sfruttare sinergie, con centri ricerca in giro per il mondo, con enti nazionali ed europei che finanziano la ricerca. Oggi in Crit lavora un team di 12 persone dedicate a gestire informazioni (il brokeraggio è mettere in contatto esigenze delle imprese e detentori di competenze) e a curare «l'innovazione collaborativa per i nostri soci e il nostro network di fornitori accreditati (Nfa) – spiega Roberto Pelosi, ad di Crit – che nel dialogo e nella contaminazione di buone prassi possono identificare gap tecnologici e opportunità di progetti e laboratori condivisi». Come il Liam, il Laboratorio industriale automazione macchine per il packaging creato e finanziato dai 5 colossi del packaging soci di Crit, dove oggi lavorano 9 ricercatori su prototipazione virtuale, diagnostica predittiva e sviluppi software.

Tra i fornitori accreditati della rete Nfa di Crit c'è lo stesso Tec Eurolab, 62 addetti tra ingegneri dei materiali, chimici, fisici, metallurgisti, corrosionisti, tecnologi della saldatura, che Moscatti e socio (Alberto Montagnani) spediscono alla Nasa e alla Boeing per la formazione e sguinzagliano poi in giro per il mondo a seguire progetti come la saldatura in pieno oceano di cavi in alluminio. «Innovazione significa progettare prodotti e materiali nuovi, e noi abbiamo tutto per testarli. Ma ancora più spesso – rimarca Moscatti – l'innovazione nasce dalla soluzione di problemi che il prodotto manifesta sul mercato e noi siamo i primi nell'analisi delle causa di rottura e difettosità». Dopo aver assorbito due laboratori metallurgici di Torino e Pordenone, un anno fa Tec Eurolab (6,2 milioni di business) ha aperto una filiale a Shanghai, «per aiutare le imprese italiane che lì hanno delocalizzato a valutare le supply chain locali – spiega il presidente – e a migliorarne le prestazioni».
I. Ve.

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