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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 10:35.

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Un'unica struttura che si occupi di gestire procedure e risorse per l'innovazione e la ricerca nella prossima programmazione europea 2014-2020. È questo un punto fermo della strategia della regione siciliana così come sottolineato dal direttore generale del dipartimento Programmazione Felice Bonanno nel corso del convegno che ha di fatto aperto la procedura per arrivare a una definizione della programmazione europea: l'obiettivo è di consegnare quanto prima al presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta un documento ricco di proposte e di linee d'azione su cui la giunta possa poi decidere. «Cosa serve per migliorare l'efficacia degli interventi nel settore della ricerca e dell'innovazione? Di sicuro maggiore coordinamento: la Regione non ha un centro che controlla il settore, per questo è una delle proposte che stiamo facendo al presidente». E sul fronte dell'innovazione il confronto è aperto nella consapevolezza che, come ha sottolineato l'assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri, si tratta «di un punto strategico per il governo e per il sistema economico regionale. Centri di ricerca e università devono essere messi in rete con la Regione, ma tenendo dentro la rete anche le imprese. Ma per far ciò occorre creare un sistema di monitoraggio dell'impatto degli interventi e occorre, soprattutto, che la pubblica amministrazione abbia maggiore coerenza interna e maggiore efficienza. Le reti sulle quali puntare e che vanno a loro volta collegate tra loro sono tre: conoscenza, innovazione e sviluppo». Questa volta la Regione si è messa nelle condizioni di voler ascoltare, come ha spiegato Emanuele Villa, e lo ha fatto avviando un dialogo con altri interlocutori trascurando ma solo per un attimo quelli tradizionali: «L'obiettivo è quello di avere un percorso di ascolto perché non sempre conosciamo ciò che si muove realmente». E ci sono domande nuove che arrivano dal territorio, nuovi approcci come ha sottolineato Jesse Marsh, esperto di innovazione sociale e titolare di Atelier Studio associato, che ha sottolineato come la Sicilia sia «ricca di innovazione soprattutto in ambito sociale: pensate ai laboratori territoriali, ai movimenti antimafia, ai programmi leader. La sfida è trasformare l'innovazione sociale, in "innovazione digitale sociale". Purtroppo tutto questo è completamente invisibile alla politica. Occorre un processo di compartecipazione che vede i cittadini coinvolti pienamente nelle decisioni: se il progetto appartiene alla gente e alle imprese e non alla politica, allora l'implementazione è più fluida. Noi lo abbiamo sperimentato a Brancaccio». Le tappe sono state definite: entro aprile arrivare alle Linee guida che devono essere condivise dal governo regionale e che facciano da base per i successivi incontri e poi entro luglio arrivare al Piano strategico.

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