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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 07:58.

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NAVACCHIO (PISA). Dal nostro inviato
Dalle missioni spaziali al calcolo delle orbite di asteroidi e detriti cosmici. Spacedys (Space dynamics services) rappresenta un'accellenza italiana a livello mondiale ed è una startup che ha sede nell'incubatore del Polo di Navacchio, nata a maggio del 2011 su iniziativa di un gruppo di docenti, ricercatori e neo-laureati dell'Università di Pisa (11 in tutto), sulla scorta dell'esperienza maturata all'interno del dipartimento di Matematica nel determinare la probabilità d'impatto degli asteroidi sulla terra.

«In questo campo abbiamo una leadership che condividiamo con la Nasa, l'Agenzia spaziale americana, al cui vertice dell'attività di monitoraggio delle orbite celesti di oggetti naturali e artificiali c'è Steve Chesley, che ha fatto un'esperienza come ricercatore proprio a Pisa», racconta Fabrizio Bernardi, amministratore delegato di Spacedys. «La nostra azienda è giovane, il know how però è consolidato così come i rapporti internazionali – continua –. Abbiamo contratti di lavoro per il prossimo anno e mezzo, e se i progetti dell'Agenzia spaziale europea andranno avanti, contiamo di realizzare un forte sviluppo anche dimensionale nel medio periodo».

Spacedys si sta inserendo nell'iniziativa dell'Esa chiamata "Space situational awareness", con l'obiettivo di rendere il Vecchio Continente autonomo nella sorveglianza dell'ambiente circumterrestre, realizzando infrastrutture e software per monitorare i possibili rischi legati soprattutto ai detriti spaziali e agli asteroidi. Questo progetto sarà basato al centro di Frascati e la startup toscana avrà un ruolo centrale. «Già oggi forniamo questo genere di calcoli all'Esa – spiega Bernardi –. Con il potenziamento del servizio e lo spostamento dell'attività a Frascati, gestiremo direttamente il lavoro con personale nostro sulla base delle esigenze dell'Esa».

Dai 9 dipendenti attuali (con un fatturato 2012 intorno ai 300mila euro che quest'anno dovrebbe toccate quota 500mila), Spacedys prevede di creare un'altra decina di posti di lavoro nei prossimi 4-5 anni. «Le cose vanno abbastanza bene – commenta l'amministratore delegato – e siamo impegnati anche su altri fronti».

La startup del Polo di Navacchio partecipa alla missione spaziale europea BepiColombo (verso Mercurio) e americana Juno (verso Giove). In particolare, Spacedys ha un contratto per la realizzazione di una parte del software di determinazione orbitale della missione Juno e prevede di collaborare nel corso del prossimo anno con il gruppo universitario per il progetto Bepi Colombo, prima missione Esa verso Mercurio.
«Gli unici problemi arrivano dalla burocrazia italiana, che spesso ritarda l'arrivo dei fondi già assegnati, su cui contiamo per la nostra attività», conclude Bernardi, che per la società ipotizza un futuro ancora a Navacchio. «Nel 2014 usciremo dall'incubatore – dice – ma penso che resteremo all'interno del Polo tecnologico, perché qui c'è l'ambiente per lavorare bene».

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