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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2013 alle ore 13:30.

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Una app per regalare un brano musicale durante un concerto. Oppure un dispositivo luminoso da applicare in acqua, che segna il tempo durante la preparazione atletica della nazionale italiana di nuoto. O, ancora, il Riparauto on line, a cui si può chiedere un preventivo selezionando la propria zona di interesse. Sono 32 le start-up ospitate nell'Incubatore del Politecnico di Torino.

Dall'Ict puro, al comparto meccanotech, al medicale, con una sezione nuova dedicata alle imprese internet e due milioni di euro all'anno di equity investiti. L'ambizione? «Non saremo mai competitivi come la Silicon Valley – dice Marco Cantamessa, presidente e ad di I3P – ma possiamo ambire a trasformare la nostra manifattura tradizionale in una manifattura del XXI secolo e puntare a sviluppare soluzioni Ict da applicare ai diversi settori economici».
Sotto le insegne del Poli si sta evolvendo l'esperienza della Safen, società di engineering che sviluppa brevetti per pneumotrasformatori. Tradotto, porta avanti soluzioni per il controllo dei fluidi in ambito industriale. Nel caso particolare, ha creato uno strumento che permette, se inserito su una linea produttiva, di ridurre la pressione durante le lavorazioni senza disperdere l'energia, ripagandosi in meno di un anno. Esempio classico di soluzioni innovative applicate a lavorazioni tradizionali. «Un'azienda partita grazie a un business angel – spiega Cantamessa – e che ha un rapporto importante con un grosso gruppo industriale per una fornitura pilota». Ambiti diversi, modelli di business ritagliati su misura a seconda della start up. Come per ProxToMe, la app nata tra Torino e San Francisco e che attraverso il bluetooh e in ambiente Dropox è in grado di garantire lo scambio di file e dati, anche consistenti, tra persone vicine. «Una idea brillante, che sta prendendo piede oltre che per i documenti anche, ad esempio, per la musica, un'idea che si innesta – spiega Cantamessa – su una tecnologia molto importante, in grado di garantire il riconoscimento in prossimità con bluetooh e non con wi-fi (energeticamente più dispendioso) e che ha grandi potenzialità di sviluppo anche nel settore dei pagamenti». Imprenditori più ricercatore più business angel è stato lo schema tipo per lo sviluppo della Niso Biomed, azienda nata in I3P che ha ricevuto la certificazione per il suo dispositivo medico in grado di effettuare esami in tempo reale sui succhi gastrici durante le gastroscopie. Già sul mercato anche i prodotti di Aquatech, una delle aziende italiane presenti alle Olimpiadi di Londra con i dispositivi per il nuoto e con un fatturato realizzato al 100 per 100 all'estero. Un segno, tra gli altri, che l'Italia, come sottolinea Cantamessa, «non è un Paese semplice per una start-up, che va sostenuta in fase iniziale e sviluppata nel tempo». Accanto ai business angel, dunque, servono il venture capital e l'attenzione da parte di investitori e grandi aziende verso le imprese innovative.
F. Gre.

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