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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 09:17.

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Nuova tappa delle World Series della Coppa America a Napoli. I catamarani si preparano alla partenza (il 18 aprile) dopo la grande festa di inaugurazione del 13. Già dai primi allenamenti nelle acque di Napoli, culminati nella crociera costiera per rendere omaggio alla Città della Scienza bruciata, si è visto come le gare veliche, che stanno per disputarsi su uno dei golfi più belli del mondo, siano anche una nuova propizia opportunità per rilanciare la città e tutta la Campania.

Chi dimentica i cumuli di immondizia che per anni hanno rappresentato nel mondo Napoli e tutta la Campania, allontanato turisti e macchiato l'immagine delle più prestigiose aziende partenopee orientate all'export? Che avevano coinvolto in una sconfitta scandalosa l'intera classe dirigente e "svergognato" gli stessi cittadini tacciati di scarso senso civico? La stagione dei grandi eventi, partita nell'aprile 2012 con la prima edizione del circuito di regate più seguito al mondo cerca di cancellare anche il ricordo dei cumuli di spazzatra e delle proteste cittadine per la discussa ztl (zona traffico limitato) e per il crollo della palazzina in Riviera di Chiaia. Gli effetti positivi ci sono. L'esperimento è facile. Basta scrivere il nome della città partenopea sulla barra di un qualsiasi motore di ricerca: due anni fa in cima alla lista dei link compariva una montagna di spazzatura da coprire anche il Vesuvio, proteste dei cittadini, discariche sature. Oggi compaiono le immagini belle dei catamarani sferzati dal vento nel 2012.

E non di sola immagine si tratta. I turisti, appunto, nonostante la crisi internazionale, nell'ultimo anno, a Napoli, sono nettamente cresciuti. Sarà anche effetto del richiamo di filmati, foto, servizi giornalistici rimbalzati su tv, internet e giornali di 197 Paesi del mondo che si stima abbiano raggiunto un pubblico di 150 milioni di telespettatori?


I dati parlano chiaro. Il report dell'Osservatorio Aica (Associazione italiana Confindustria alberghi) rivela che Napoli è la città italiana che ha registrato l'incremento maggiore di presenze alberghiere (10,5%) tra gennaio 2012 e lo stesso mese di quest'anno. E dalla seconda edizione ci si aspetta effetti migliori, visto che la promozione dell'evento è stata finora realizzata con presenze presso le maggiori fiere di settore del mondo: alla Bit di Milano e all'Itb di Berlino, al Mitt di Mosca, alla Fiera del comparto crocieristico a Miami. E non è da ingenui e ottimisti sperarci, se solo l'anno scorso uno studio ha stimato un indotto per la città da 36 milioni. Gli effetti sul turismo e sull'industria dell'intrattenimento – assicurano i promotori dell'inziativa – cresceranno negli anni con una sorta di onda lunga.

Del resto, sembra che la prima edizione abbia inculcato in velisti e promotori l'idea che nessun campo di regata possa essere più adatto di quello napoletano. Cosicché anche la promozione della finale che si disputerà a settembre a San Francisco è stata affidata a un video girato proprio l'anno scorso dal lungomare di Napoli.

Nel 2012 Napoli doveva svoltare, oggi la sfida si presenta ancora più difficile. Perché allora si partiva da zero e un recupero sia pur modesto poteva già essere un successo; perché la Coppa America era coincisa con la Pasqua che di per sé attrae turisti a Napoli e costiera; perché adesso la crisi economica e sociale morde più di allora e la città è in uno stato di grande sofferenza.


Ecco, allora, l'altro volto della città, di cui sono ancora impresse le immagini: il rogo che la notte del 4 marzo scorso ha distrutto il museo di Città della Scienza, senz'altro provocato da criminali, ma su cui ancora c'è da fare luce. Un disastro avvenuto a poche ore di distanza dal crollo del palazzo storico della Riviera di Chiaia, proprio nell'area delle regate. E poi, drammi che restano senza risposte come quello dei disoccupati in numero crescente, dei tanti commercianti che chiudono la bottega, di un'industria, come quella delle costruzioni, piegata dai crediti della Pubblica amministrazione, dei trasporti allo sfascio e di un Comune in pre-dissesto in attesa di aiuti del Governo promessi e più volte rinviati.

Ma ora, almeno, una strada per la rinascita si può dire che sia stata tracciata. La Coppa America ha dato visibilità a un processo, ormai innescato, che punta sui tesori ambientali e culturali da valorizzare e internazionalizzare sempre di più. Tanto che la società promotrice è stata investita dell'organizzazione di altri grandi eventi. Ma almeno altri due esempi possono essere eloquenti: il Teatro San Carlo si fa spazio all'estero, finora meta esclusiva della Scala e dell'Accademia di Santa Cecilia. Quest'anno il teatro partenopeo calcherà il palcoscenico a San Francisco e a San Pietroburgo, dopo il successo travolgente della tappa di Hong Kong con la Traviata diretta da Roberto Abbado.

E che dire del successo che riscuote a Londra la mostra «Life and Death in Pompeii and Herculaneum» sulle cittadine azzerate dall'eruzione del 79 a.C.? Un evento: per la prima volta il British Museum ha dedicato un'esposizione all'area vesuviana, tanto che la stampa inglese ha cominciato a parlarne da settimane. Successo all'estero, grandi progetti da realizzare in casa. Per il restauro delle domus pompeiane, per il recupero del centro storico patrimonio Unesco, i progetti, con finanziamenti approvati, ci sono. Ma adesso devono essere realizzati. Le regate possono essere un banco di prova interessante della collaborazione fra istituzioni, che solo unite possono attivare finalmente uno sviluppo duraturo.

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