Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 16:24.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2013 alle ore 16:24.

My24

La regione al plurale dei campanilismi e dei contrasti tra la spinta creativa dei piccoli imprenditori locali e l'impronta assistenzialistica lasciata dal passato di area del Mezzogiorno ritrova nel piano di reindustrializzazione di Ascoli tutte le sue contraddizioni. Qui da oltre sei anni si va studiando e annunciando il progetto di bonifica e recupero dell'area ex Sgl Carbon, poi battezzato Ascoli21, all'interno del quale a inizio mese è stata presentata la nascita di Hub21, il sotto-programma a capitale totalmente privato per creare un polo tecnologico, scientifico e culturale, un incubatore di start-up, un catalizzatore di cervelli. A pochi metri dalla sede di TecnoMarche, che a Villa Tofani si trasferirà entro aprile, ma per ora senza alcun coinvolgimento attivo del Pst, che invece l'acceleratore di impresa lo sta avviando 200 km più a nord, a Pesaro.

Inutili duplicazioni? Le controparti rimarcano le differenze tra i due progetti, ma fare sistema è un imperativo che la globalizzazione impone e che la Regione sta cercando di perorare tramite bandi e la Svim, il suo organo inhouse per lo sviluppo. «Le Marche hanno assoluto bisogno di una drastica revisione dell'approccio alla spesa, gli investimenti vanno concentrati. Sto lavorando per seminare sinergie – dice Sergio Bozzi, da un anno amministratore unico della Sviluppo Marche, società a sua volta al centro di un serio ripensamento – per promuovere l'avvicinamento e la collaborazione tra TecnoMarche e i due centri servizi sopravvissuti, il Cosmob a Pesaro per il legno-mobile e Meccano per le lavorazioni meccaniche a Fabriano, tutti e tre enti partecipati da Svim. L'obiettivo è formare un'unica piattaforma tecnologica per le Pmi. Così come sono convinto che ad Ascoli siano da evitare sovrapposizioni. Parliamo sempre di realtà micro che si confrontano con un mercato globale».

Hub21 è l'espressione di un manipolo di coraggiosi imprenditori al confine tra Marche e Abruzzo che di fronte all'inerzia del pubblico si sono messi le mani in tasca, per dare gambe al progetto di trasformare la città inaridita in un laboratorio creativo di sviluppo, creando prima Restart, la società che ha acquistato i terreni della multinazionale del carbone, ora Hub21. «Entro l'autunno sarà costituita la società di capitali, 500mila euro di patrimonio minimo iniziale raccolto tra imprese, famiglie e istituzioni. Poi procederemo per step verso l'obiettivo di dar vita a un luogo dove convivano produzione di pensiero scientifico e alta cultura, coinvolgendo gli atenei in dottorati e master; un incubatore dove le start-up avranno supporto logistico e manageriale; laboratori con attrezzature inaffrontabili per le singole Pmi; e una rete di relazioni transnazionali sulla ricerca», spiega Giuseppe Campanella, consigliere delegato di Restart per Hub21. Un polo da quasi 30 milioni di euro che inizierà subito a funzionare per gradi, partendo da un fondo rotativo da 3 milioni per trasformare le buone idee made in Ascoli in imprese hi-tech. «È il progetto SeedLab, che mira a creare 15 start-up in tre anni», chiosa Campanella e apre le porte di Hub21 a Tecnomarche, definito «ecosistema meno complesso e più vocato alla consulenza».
I. Ve.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.