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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2013 alle ore 16:46.

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I Paesi del Sud e dell'Est del Mediterraneo traineranno, entro il 2015, la domanda di energia nell'intero bacino. Una "fame" energetica che arriverà al 42% del totale. Ma per quanto riguarda l'offerta di energia, i combustibili fossili, in quest'area, continuano e continueranno ancora a farla da padroni. A oggi, infatti, a Sud e a Est del mare nostrum, queste fonti rappresentano il 94% dell'approvvigionamento energetico nazionale. Questa dipendenza energetica è destinata ad aumentare, dal 77 all'88% per i Paesi importatori del Sud del Mediterraneo. Tutto ciò è un rischio per il Pianeta, a causa del conseguente aumento delle emissioni di CO2. A questo riguardo, da qui al 2025, è previsto un incremento del 119% nelle emissioni derivanti dai Paesi dell'Est e del Sud. Per questo, la generazione di energia pulita può svolgere un ruolo cruciale e fondamentale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

A fornire questo quadro complessivo è Res4med (Renewable energy solutions for the Mediterranean), un'iniziativa nata l'anno scorso con l'intento, come spiega il segretario generale, Roberto Vigotti, "di creare un punto di incontro tra i diversi attori impegnati nella promozione dell'energia rinnovabile nei territori che si affacciano sul bacino Sud ed Est del Mediterraneo". Come un network di network nel tentativo di mettere a fattore comune il know how esistente nel campo delle rinnovabili in questa area strategica del mondo. Cogliendo l'occasione offerta dalla prima edizione milanese di SolarExpo, in programma dall'8 al 10 maggio, Res4med lancerà sei progetti per favorire l'impiego dell'energia rinnovabile, in particolare, in realtà critiche e in crescita come il Nord Africa e i Balcani. Tra questi spiccano progetti come quello di una smart city in Marocco (in una località ancora da individuare), l'impiego del fotovoltaico in aree prive di accesso alla rete elettrica nel Nord Africa, centrali a biogas prodotto da biomasse e scarti organici anche nei Balcani. Res4Med, promossa da Enel Green Power, PricewaterhouseCoopers, Asja, Cesi, Edison, TernaPlus e altri partner (Althesys, i Politecnici di Milano e Torino, l'Università Bocconi, gli enti pubblici Gse e Rse, la Fondazione Ugo Bordoni e le associazioni Aper e Assosolare), presenterà i suoi progetti il 9 maggio alla fiera di Milano. Si tratta di azioni che partono da un'esigenza innanzitutto conoscitiva. Lo studio per una smart city in Marocco, per esempio, sarà realizzato in due fasi, di pre-fattibilità e fattibilità. Nella prima, saranno identificati gli stakeholder di riferimento, l'ambito e le infrastrutture di distribuzione, il quadro tecnologico di base e gli sviluppi possibili. La seconda fase svilupperà un preliminare di progetto, analizzerà i costi e i benefici e individuerà una business case.

Ma Res4Med utilizzerà anche l'occasione di SolarExpo per fare da catalizzatore di altre iniziative sviluppate da diverso tempo nel Mediterraneo (da Ome a Desertec, da Medgrid a Medreg, a Medrec). In un convegno raccoglierà tutte le proposte di questi organismi da presentare, il prossimo dicembre, alla conferenza dei Paesi del Mediterraneo organizzata dall'Unione europea. Presente al convegno sarà Paul Van Son, ceo di Desertec industrial initiative. Dii-GmbH è un consorzio industriale internazionale fondato nel 2009 che, insieme con un ampio gruppo di stakeholder, "si è impegnato a favore dello sviluppo di un mercato su scala industriale dell'energia da fonti rinnovabili nella regione Medio Oriente e Nord Africa". Obiettivo della prima parte della strategia di Dii, chiamata "Desert power 2050", è di arrivare a progettare energia elettrica da fonti rinnovabili nel Nord Africa e in Medio Oriente a beneficio delle realtà locali e a favore dell'Europa attraverso un sistema elettrico integrato. Il Vecchio continente, in questa prospettiva, potrebbe ridurre, secondo gli studi di Dii, del 95% le sue emissioni di CO2, con l'importazione fino al 20% del proprio fabbisogno energetico da Medio Oriente e Nord Africa. "Desert power", una volta applicato permetterebbe agli stati dell'Est e Sud Mediterraneo di soddisfare i propri bisogni energetici in un modo continuativo, sfruttando le risorse eoliche e solari nella regione.

E se con Medgrid, si studiano nuovi programmi di interconnessione elettrica tra Nord e Sud, ci sono anche progetti, come il Gssep, che ha tra i suoi promotori lo studio legale Sinatra e che punta a realizzare a breve in Tunisia un circolo virtuoso di sviluppo tra agricoltura, energia rinnovabile e iniziativa sociale.

Inutile dire che c'è grande attenzione da parte del mondo delle imprese del settore delle rinnovabili verso questo fiorire di iniziative nel Sud del Mediterraneo: soprattutto tra le aziende del settore attive in Italia, dove l'introduzione delle rinnovabili è ormai una storia di successo, che sconta, però, oggi, anche difficoltà generate dal mutato clima economico. Per loro la sponda mediterranea può essere occasione di business notevole. Come di cooperazione e sviluppo sociale.

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