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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2013 alle ore 08:50.

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Una macchina agricola Same Deutz-FahrUna macchina agricola Same Deutz-Fahr

Il lavoro non è un problema. Di questi tempi, con la disoccupazione giovanile oltre il 38%, una situazione del genere è una vera rarità ma per i dieci ingegneri in uscita dal master di meccatronica della Liuc di Castellanza le richieste delle aziende arrivano copiose. L'unione di competenze meccaniche, elettroniche e gestionali è il punto di forza del prodotto, sponsorizzato proprio dalle imprese, sempre più in difficoltà nel trovare sul mercato le figure professionali adatte. «La prima edizione termina a luglio e abbiamo la piena occupazione degli studenti – spiega il direttore del master Vittorio D'Amato – mentre per il secondo anno aumenteremo i posti del 50%, visto che le aziende sponsor sono passate da tre a sette».

Tra queste vi è la marchigiana Loccioni, che attualmente ospita tre di questi ingegneri in stage. «Siamo contentissimi – spiega il general manager Renzo Libenzi – perché noi siamo nel campo dell'impresa della conoscenza e restiamo leader proprio perché integriamo competenze meccaniche, idrauliche, elettroniche ed informatiche». Le domande di iscrizione al master 2013/2014 sono già 30, il doppio dei posti disponibili, e questo testimonia la vitalità del mercato del lavoro in questo segmento "ibrido". L'inserimento di maggiori contenuti elettronici all'interno della meccanica tradizionale è in effetti una delle linee di tendenza più spinte degli ultimi anni e spesso diventa l'elemento discriminante tra sopravvivenza e decadenza. Salto di qualità che ad esempio non è riuscito a fare il settore italiano delle bilance, un tempo leader europeo proprio grazie alla perizia meccanica e ora ridotto drasticamente nelle proprie dimensioni a causa della rivoluzione imposta dall'arrivo massiccio dell'elettronica, insieme alle produzioni low-cost asiatiche. E chi prova a resistere, all'interno di un comparto in difficoltà, lo fa proprio iniettando nel prodotto una maggior dose di tecnologia: Odeca, ad esempio, studia un sistema che consenta il dialogo tra iPad, dispositivi wireless e bilance, mentre Sipi si è alleata con il Politecnico di Milano per studiare un modo per misurare in contemporanea sui pallet peso e volume degli oggetti.

Un cambio di marcia del resto per nulla scontato e che richiede pesanti interventi organizzativi e strategici, come dimostra l'evoluzione di una storica azienda della meccanica come Campagnolo. Capace di accelerare lo sviluppo del cambio elettromeccanico per tenere il passo del concorrente giapponese Shimano, inserendo in azienda nuove competenze, ingegneri elettronici ed informatici, riorientando ricerca e innovazione. Il risultato è sintetizzato in ben 162 brevetti che Campagnolo detiene proprio in relazione al nuovo cambio elettronico, con registrazioni che continuano anche nelle ultime settimane. Una scelta analoga è visibile alla Ficep di Gazzada Schianno, in provincia di Varese, dove alla produzione "standard" di beni strumentali si è aggiunta di recente una nuova linea di business sviluppata insieme al Politecnico di Milano, con la possibilità di pilotare gli impianti produttivi in modalità remota attraverso i computer, stando anche a migliaia di chilometri di distanza. Per il fondatore dell'azienda, Ezio Colombo, si tratta «della miglior tecnologia di controllo al mondo» e l'unico problema forse può essere quello di essere addirittura troppo "avanti" rispetto alle capacità dei clienti. La vitalità del connubio tra meccanica ed elettronica è visibile anche nella partnership realizzata alle porte di Milano tra Stmicroelectronics e Saes Getters. Nei telefonini di nuova generazione lo zoom delle telecamere verrà gestito dai chip di Stm in connubio con gli attuatori Saes Getters, realizzati sfruttando le capacità elastiche delle leghe a memoria di forma, area di business che lo scorso anno ha sfiorato per l'azienda di Lainate una crescita del 30%.

Altro esempio nel veronese, dove il distretto locale della termomeccanica è frenato dalla crisi del mercato interno ma tra le realtà a maggior crescita vi è proprio chi fornisce il "cervello" a caldaie e bruciatori. Il gruppo Giordano è riuscito così a chiudere il 2012 con un balzo dei ricavi del 30%, al nuovo massimo storico, e anche nel 2013 è prevista una crescita ulteriore. Altro settore in cui l'ingresso dei chip ha cambiato radicalmente il volto al prodotto è quello dei motori. Ma per vedere l'importanza dell'elettronica nel comparto non occorre spingersi in Formula 1 e osservare le centinaia di parametri monitorati dai box o governabili direttamente dal pilota. Alla Same Deutz-Fahr di Treviglio, tra i leader mondiali nella produzione di macchine agricole, la spesa in ricerca, cresciuta nel 2012 del 25% a 24,5 milioni, vale al gruppo un posto in classifica tra i maggiori innovatori europei. E guardando il sistema di aggancio automatico degli attrezzi, le nuove console che si attivano in versione "touch", i comandi trasferiti su joystick, si capisce anche dove vengono spese almeno in parte queste risorse.

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