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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2013 alle ore 08:26.

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«Le Marche del futuro partiranno da quei territori che si saranno dotati di una specifica strategia per le specializzazioni intelligenti». A dirlo è l'assessore alle Attività produttive, Sara Giannini, ponendo l'accento sull'innovazione come pilastro dello sviluppo regionale, perno della strategia Europa 2020. Da qui il mecenatismo che istituzioni pubbliche e private, università e imprese stanno profondendo per aiutare a trasformare iniziative di talento in fucine locali di ricchezza e lavoro. L'obiettivo, da Pesaro ad Ascoli, è mettere a sistema i punti di forza di un tessuto economico che, anche a causa della crisi, ha perso l'anno scorso 1.200 imprese e 9mila posti di lavoro, portando il numero dei disoccupati a quota 90mila.

La regione conta nell'apposito registro istituito dal Decreto sviluppo 32 start-up innovative (14 delle quali ad Ancona) su un totale italiano di 668 realtà. «Siamo certi che l'acculturamento digitale sia una delle criticità delle nostre aziende. È necessario provvedere. Per trattenere in zona i nostri cervelli e attrarre capitali». È questa la filosofia che regge il progetto di un "distretto pesarese del digitale" di Lamberto Mattioli, dal 2001 alla guida di Websolute, web agency di Pesaro con prestigiosi clienti nazionali, oltre 5 milioni e mezzo di fatturato nel 2012 (+20%) e 80 collaboratori, tutti, in media, sotto i 27 anni. «Stiamo definendo un accordo-quadro tra i diversi soggetti – spiega Mattioli – secondo rispettivi ruoli e competenze, e la prima bozza della convenzione potrebbe arrivare in estate. Ci sono ottimi spunti da Confindustria Pesaro, Comune e Provincia, oltre a TecnoMarche che è il nostro link con la Regione. Il primo step è il Campus digitale che partirà in giugno e formerà 12 persone on the job».

E sempre all'interno del futuro distretto digitale si inserirà a giorni Red Seed, «un acceleratore di start-up», così lo definisce il suo direttore Elisa Schembari, che sarà il laboratorio tecnologico del progetto promosso da Websolute, unico socio locale di un'iniziativa che nasce a Pesaro ma non ha paletti geografici. «Qui ci sarà la sede operativa per un asse Pesaro-Milano di respiro internazionale – spiega Schembari – una compagine interamente costituita da privati, con un capitale sociale a regime di circa 850mila euro, che mira a individuare progetti innovativi con alto potenziale di crescita, fornendo profili professionali e servizi di alto livello, oltre ai capitali per l'avvio dell'attività, con uno stanziamento annuo di 2 milioni». Due le peculiarità di RedSeed: un accesso diretto al credito e un'ecosistema dove crescere. «Stiamo cercando – prosegue il direttore – nel mondo di investitori e venture capital, fondi per il sostegno economico alle start-up anche nelle fasi successive, nonché la collaborazione con le istituzioni, così da focalizzare le loro valutazioni su trend internazionali e filoni di business che sostengano occupazione e tessuto aziendale locale».

Ad Ascoli Piceno sta prendendo forma Hub21, all'interno del costituendo polo tecnologico di Ascoli21, che dalla società Restart eredita l'area della ex Sgl Carbon tutta da bonificare (30 milioni i costi stimati). È di queste settimane il primo input con un bando provinciale da 700mila euro in due tranche annuali: previste in due anni venti nuove imprese e lavori per venti giovani innovatori e manager. «Il rendimento si misura in nuovi occupati. Questo è un centro per creare posti di lavoro per i giovani – illustra Giuseppe Campanella, consigliere di amministrazione Restart con delega al progetto –. Un terzo di quella superficie ospiterà in futuro le strutture del polo hi-tech, ma per questo i tempi non sono brevi. Nel frattempo, si è allora deciso di dare un impulso al "software" fatto di uomini e idee, università e ricerca, e di avviare in autunno la fase costituente di Hub21, con capitali da privati (obiettivo 500mila euro, al momento ci sono dieci adesioni per 25mila euro a quota), sottoscritta da istituzioni e fondazioni come Carisap, nonché dalle università come partner scientifici. Dopodiché cercheremo di fondare Hub21 Capital, capitale sociale di 3-5 milioni dall'interesse degli imprenditori di zona, con cui supportare economicamente le start-up selezionate attraverso un fondo rotativo».

Ancona, fiaccata dalla chiusura dell'Antonio Merloni di Fabriano, ha trovato risorse governative ed europee così da risollevare, si spera, area e indotto: 5 milioni per 1.517 lavoratori, da ricollocare tramite un Progetto di riqualificazione e riconversione industriale (Prri), nell'ambito del progetto Feg Merloni in scadenza a fine giugno, che include finanziamenti all'autoimprenditorialità, in favore di start-up. Quanto all'Accordo di programma per le aree in crisi dell'entroterra – sul piatto interventi per 37,7 milioni – dalla Regione fanno sapere che di quasi 120 contatti, 37 proposte di investimento sono allo studio e tre i progetti con fattibilità positiva.

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