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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 07:12.

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Johann RupertJohann Rupert

Recuperare la lettura di una cinquantina di buoni libri rimasti troppo a lungo sul comodino e, forse, organizzare un viaggio in Antartide. Johann Rupert, 62 anni, chairman del colosso Richemont, numero 2 nel mondo del lusso dopo la Lvmh di Bernard Arnault, ha annunciato a metà maggio che, a partire da settembre, si prenderà dodici mesi sabbatici.

«Voglio essere padrone del mio tempo per un po': è ironia della sorte che qualcuno che opera nel business degli orologi non lo sia e ho il diritto di prendermi una pausa dopo 25 anni», ha scherzato – ma non troppo – Rupert, azionista di controllo del gruppo, dopo avere delegato al vertice due co-Ceo: Bernard Fornas, in precedenza amministratore delegato del marchio-ammiraglia Cartier, e Richard Lepeu. Per noi italiani è una scelta alquanto bizzarra: nel nostro Paese sono rari i casi in cui il fondatore di un gruppo divenuto leader globale cede il bastone del comando ai suoi executive.

Il miliardario che ama produrre vino e scorrazzare su auto vintage sa di poterselo permettere: nell'esercizio al 31 marzo 2013 Richemont ha sfornato oltre 2 miliardi di euro di profitti (+30%), mentre le vendite di aprile sono cresciute del 13%; in un anno il titolo in Borsa ha guadagnato il 53% con una capitalizzazione di 40,7 miliardi di euro.

Secondo gli analisti, una raffica di uscite "premature" di Ceo in blue chips europee indica che la pressione competitiva sta aumentando. «La verità è che tutto è sempre più faticoso – ha commentato Ian Butcher, cacciatore di teste specializzato in senior executive – e arriva il momento in cui proprio non ce la fai, logorato da report trimestrali, governance e aspetti normativi».

Quella di Rupert (che aveva assunto il ruolo di Ceo nel 2010 per rimpiazzare quello in carica che ha lasciato per motivi di salute) non sembra un'uscita per sempre: nella conference call in cui venivano annunciati i profitti 2012-13, con un incremento del dividendo a un franco rispetto ai precedenti 82 centesimi proprio per celebrare i 25 anni, Rupert ha detto di essere «in forma perfetta» dopo avere smesso di fumare a causa dell'improvvisa morte di diversi amici per infarto. «E poi – ha concluso – mi avevano invitato ad andare a vedere la Coppa del mondo di rugby in Nuova Zelanda nel 2011 e non ho avuto tempo. Mai più».

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