Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 18:08.

Renato PujattiRenato Pujatti

Quasi il 90% delle imprese nordestine dell'agroindustria vende i propri prodotti in Italia (per l'esattezza, l'88,4%), il 7,7% guarda all'Europa, e solo il 3,9% si spinge oltre i confini europei. In questi numeri è già racchiuso il consuntivo 2012, in calo rispetto al 2011, penalizzato dalla debolezza della domanda interna e dalla caduta dei consumi, come fotografato dall'indagine promossa da FriulAdria e realizzata da Fondazione NordEst. All'interno di queste medie ci sono risultati molto diversi: la capacità di esportare aumenta con il crescere delle dimensioni, ed è il Veneto a ospitare le imprese maggiormente internazionalizzate in questo settore. Inoltre, le aziende che si rivolgono all'estero e che hanno una quota elevata di fatturato realizzata oltreconfine, ottengono risultati positivi e mostrano le migliori prospettive di crescita.

In questo quadro, non mancano gli sforzi per conquistare nuovi mercati. A cominciare dal vino, che fa rotta sull'India: «Ritengo che il Paese rappresenti una grande opportunità per i produttori italiani – sottolinea Andrea Velati, della società di consulenza GC&P, che con Enopiave ha organizzato una settimana informativa per le aziende –. La nuova classe media indiana, 300 milioni di persone con trend in crescita, per la maggior parte giovane e con aspirazioni e gusti internazionali, rappresenta infatti già oggi un potenziale di 30 milioni di consumatori di vino. L'India è da sempre un Paese ad alto consumo di alcolici, con oltre 400 milioni di confezioni consumate ogni anno, e la birra, bevanda relativamente nuova nella tradizione indiana, ha già creato un enorme mercato di 160 milioni di confezioni all'anno, spinto soprattutto dall'accessibilità dei prezzi e dalla propensione al consumo di questa bevanda da parte dei giovani. Il vino bianco frizzante è particolarmente gradito e credo che il nostro prosecco, vino fresco e leggero, potrebbe costituire un'ottima alternativa a spumanti e champagne. L'India – conclude – ha tutte le caratteristiche per diventare un importante mercato di distribuzione, ma è anche una terra dove è anche possibile avviare produzioni e imprese di questo settore in espansione».

Non solo agroalimentare: sempre secondo la fondazione NordEst, la vocazione internazionale della regione è confermata da quel peso – pari al 18% in valore, 16% in quantità – sul totale nazionale che è insieme un punto di forza e un fattore di sensibilità alle dinamiche del commercio mondiale. A questo si deve la forte contrazione delle transazioni con l'estero subita nel 2009 (-23,5%), la consistente ripresa nel corso del 2010 (+16,2%), la sostanziale tenuta del 2011 e la nuova frenata del 2012 (+1,6%). Alla crescente difficoltà del primo mercato di riferimento, la Germania (che nel 2001 assorbiva quasi il 20% delle esportazioni del NordEst, oggi in calo al 15%), fa da contraltare la ricerca di nuove mete. Se Ucraina e Turchia sono cresciute ad un tasso medio più che quadruplo rispetto alla media europea, la Russia da sola ha praticamente sostenuto il recupero dell'export nel 2012. Nei giorni scorsi, a Nizhnyj Novgorod (regione a 400 chilometri a sud-est da Mosca) si è tenuta la 22. sessione della Task force italo-russa, appuntamento istituzionale ed economico con duplice cadenza annuale, dedicata allo sviluppo delle Pmi e dei distretti nei due Paesi, con focus sui settori di maggiore aderenza tra le economie delle due parti: energia, costruzioni, meccanica e componentistica, logistica, costruzioni navali e di yacht.

A Finest, la Finanziaria del Triveneto specializzata nel sostegno all'internazionalizzazione, il ruolo di presidenza del tavolo dedicato agli strumenti finanziari, per fare il punto sulle agevolazioni in essere e le ulteriori opportunità da sviluppare per favorire gli scambi e gli investimenti reciproci. «Sono 37 le operazioni impegnate storicamente da Finest in Russia a favore di aziende del Triveneto – ha ricordato il presidente, Renato Pujatti – per un ammontare complessivo di oltre 25 milioni, di cui otto attualmente in corso. Tutti interventi di medio lungo periodo e con evidenti ricadute a favore della capogruppo italiana e quindi del nostro territorio: Finest infatti sostiene, per statuto, solo progetti che non comportino lo spostamento o decremento della produzione italiana, ma piuttosto la crescita del business e della competitività oltre confine». Anche il settore delle energie rinnovabili trova ampi spazi all'estero: Sorgent.e, operatore padovano player internazionale cui fanno capo oltre 30 società, ha annunciato accordi e commesse in Costa Rica, Cile e Colombia con investimenti per oltre 200 milioni di dollari. In America Latina – fanno sapere nel quartier generale della società – secondo le più accreditate ricerche si potrebbero sviluppare fonti di energia rinnovabile per una capacità potenziale di oltre 31mila megawatt, di cui il 60% di energia idroelettrica, il 30% eolica e il 10% di energia geotermica ed altri fonti. Un business a portata, anche, di Veneto.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.