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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 11:48.

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Aefi compie 30 anni e propone il modello tedesco per il sistema fieristico italiano

Il rilancio delle fiere italiane passa attraverso un modello organizzativo mutuato da quello tedesco dove l'associazione dei vari quartieri "ha la regia dell'intero sistema, definisce le strategie ed eroga i contributi di concerto con il Ministero, oltre a definire centralmente il calendario degli eventi fieristici e a coordinare le attivita' all'estero con ampi poteri". E il governo italiano "deve investire in questa direzione, affinche' le fiere possano contribuire alla competitivita' delle nostre imprese e alla crescita del tessuto industriale". A dirlo e' Ettore Riello, dal 2010 alla guida di Aefi, l'associazione tra le esposizioni e le fiere italiane, che in questi giorni festeggia "trent'anni di attivita' per il settore".

In una pubblicazione dedicata a Rodolfo Lopes Pegna, primo presidente e poi segretario generale dell'associazione, Riello, sollecita il governo "a predisporre un tavolo di regia unico intorno al quale riunire i tre grandi attori, Confindustria, governo e fiere" per arrivare a "scelte coraggiose che possano dare, soprattutto attraverso la spinta all'internazionalizzazione, quel respiro che le aziende da sole faticano a trovare".

Il presidente di Aefi parla poi di un sistema fieristico lasciato, da tempo, solo e sottovalutato: "Negli ultimi decenni - dice nel suo intervento per celebrare il trentennale - le fiere hanno fatto tanto, agendo in solitudine, per supportare le imprese nel loro sviluppo nazionale e internazionale, contribuendo in modo sostanziale alla crescita del sistema produttivo italiano. Ciononostante non hanno mai ricevuto la giusta attenzione da parte delle istituzioni, che, per anni, ne hanno sottovalutato il ruolo". "Una disattenzione - rileva Riello - che fa si' che oggi manchi una visione unitaria, come avviene, invece, in altri Paesi".

"C'e' un grande lavoro da fare, che va fatto ora e bene", aggiunge il presidente di Aefi, che indica anche alcuni obiettivi di fondo, tra questi "il fare chiarezza sulla qualifica di fiere nazionali e internazionali, con relativa attribuzione di obiettivi e strumenti". Riello auspica anche che "le grandi fiere con una forte vocazione internazionale agiscano di concerto con le istituzioni" e che vengano "riconosciute come una delle leve strategiche della politica industriale". Il presidente conclude invocando la definizione di "una strategia di politica economica e industriale per l'estero, che individui i settori chiave che trainano l'export e che predisponga un piano di investimenti pubblici" e lanciando un appello per l'Expo 2015: "il Padiglione Italia rappresenta una grande sfida per tutti noi, un'opportunita' irrinunciabile per dare visibilita' al nostro made in Italy".

La pubblicazione sul trentennale di Aefi descrive, nel dettaglio, le diverse stagioni dell'impegno dell'associazione a favore dell'impresa italiana. Il decennio 1983-1993 e' stato un periodo di grandi trasformazioni e di euforia finanziaria, di sviluppo dell'impresa privata e di voglia di crescita. E' l'epoca in cui si completa il passaggio dalle fiere campionarie a quelle specializzate di settore. Ma e' nel decennio 1993-2003 che le fiere, in un contesto che guarda ormai all'Europa, diventano strumento della prima internazionalizzazione. Le imprese italiane, piu' del 90 per cento di piccole dimensioni, vanno in fiera per trovare interlocutori che non sarebbero mai in grado di incontrare singolarmente. E' la fase storica dei distretti produttivi dove le imprese, alleate o concorrenti, sono in grado di esprimere nella fiera una sintesi di competenze, filiere di prodotto e sinergie di settore.

Nell'ultimo decennio Aefi ha accompagnato le grandi trasfomazioni del sistema fieristico, col decentramento regionale e la trasformazione degli enti fieristici in societa' di capitali. Fino ai giorni nostri, con l'innovazione delle strutture fisiche e delle modalita' di gestione. Questo ultimo periodo si e' caratterizzato per consistenti investimenti finalizzati ad ampliare e riqualificare le strutture dei principali centri espositivi italiani fino all'avvio di nuove iniziative come eventi, congressi, meeting e, in genere, servizi connessi all'attivita' fieristica.

E mentre Aefi festeggia i suoi 30 anni di attivita' ha anche provveduto a nominare il suo nuovo segretario generale, nella persona di Loredana Sarti. Consulente di Aefi dal 2004, con un'esperienza pluriennale nel mondo associazionistico e fieristico maturata sul fronte nazionale ed internazionale, il nuovo segretario affiancherà il presidente Riello nel coordinamento delle iniziative di promozione e nell'organizzazione dei rapporti interni ed esterni dell'Associazione.

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