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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2013 alle ore 12:22.

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Una passione autentica, anni di ricerca e grandi investimenti

Leggenda metropolitana vuole che Miuccia Prada, ai tempi della prima partecipazione del team Luna Rossa alla Coppa America, a cavallo tra il 1999 e il 2000, si fosse lasciata sfuggire questo commento: «Ne dovremo vendere di magliette, per pagarci questa avventura velica...». Una battuta, certo, che rivela però molte cose: in primis il costo della partecipazione al più grande trofeo di vela del mondo, impegnativo persino per un gruppo come Prada, allora come oggi. Ma la battuta fa capire anche che la stilista è sempre stata a fianco del marito Patrizio Bertelli nella sfida di Coppa America: l'appassionato di vela all'inizio forse era solo lui, ma col tempo Miuccia Prada è stata contagiata e sicuramente si è ritagliata un ruolo sempre più importante nel disegnare le collezioni di abbigliamento e accessori legate a Luna Rossa e alla linea sport di Prada.

Per la Coppa America 2013 il budget del gruppo Prada, annunciato da Bertelli nell'aprile dello scorso anno, è di circa 45 milioni di euro: spulciando il bilancio dell'esercizio 2012, che si è chiuso al 31 gennaio 2013 ed è stato approvato qualche settimana fa dall'assemblea dei soci (si veda Il Sole 24 Ore del 24 maggio), alla voce Luna Rossa Challenge 2012 e 2013 sono già stati associati circa 18 milioni di euro di costi, ai quali si devono aggiungere tutti quelli sostenuti nei mesi di avvicinamento alla sfida finale. Un investimento importante, anche se il gruppo Prada può sicuramente permetterselo: il 2012 si è chiuso con un fatturato di 3,297 miliardi (+29% sull'esercizio 2011) e un utile netto di 625,7 milioni (+44,9%).

La partecipazione alla 34esima Coppa America è frutto sicuramente di lunghe riflessioni: c'è voluto del tempo perché Patrizio Bertelli superasse la delusione di Valencia, dove, nel 2007, si svolse la 32esima Coppa, per la quale Luna Rossa – alla sua terza sfida dopo le avventure di Auckland nel 2000 e 2003 – era data tra i favoriti: arrivò infatti a un passo dallo sfidare il defender svizzero Alinghi, ma fu sconfitta nella finale di Louis Vuitton Cup da Emirates Team New Zealand con un bruciante punteggio di zero regate a cinque. L'impegno di Valencia, in cui Prada era affiancata da Telecom e Banca Intesa, era iniziato nel 2004 e aveva visto all'opera un team di 150 persone provenienti da 18 Paesi. La città spagnola, ancora oggi, conserva del tema italiano un grande ricordo: la base di Luna Rossa, ideata e progettata da Renzo Piano, fu l'unica a sopravvivere alla fine delle regate, perché l'edificio (costato all'epoca circa 5 milioni di euro) era troppo bella e funzionale per essere smantellata, come accadde invece a tutte le altre.

Tra il 2008 e il 2012 Luna Rossa e Bertelli si sono tenuti lontani dalle polemiche tra Ernesto Bertarelli, proprietario di Alinghi e vincitore della 32esima Coppa (cinque regate a due contro i neozelandesi il punteggio finale) e Larry Ellison, proprietario di Oracle e vincitore, nel 2010, della 33esima Coppa proprio contro Alinghi. Ma il team ha continuato a regatare, in trofei molto diversi tra loro e su barche altrettanto diverse: nel 2009 ad esempio Luna Rossa, con lo scafo Stp 65, varato nel 2008, vinse la Middle Sea Race nell'Orc e arrivò seconda alla Fastnet. Ottimi risultati anche nel 2010, con la partecipazione alla Med Cup e a moltissime altre regate internazionali. Ma il richiamo della Coppa, alla fine, è stato troppo forte e c'è da scommettere che Luna Rossa continuerà ad alimentare i sogni di gloria degli appassionati italiani di vela, uno sport tutto sommato poco praticato e poco conosciuto in un Paese, come il nostro, che ha quasi 8mila chilometri di costa e alcune tra le migliori combinazioni di vento e mare che un velista possa sognare.

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